Faletti che porge l’altra guancia

Nel corso della mia carriera mi sono sottoposto diverse volte e in diversi campi alla regola delle recensioni. È lo scotto che deve pagare chi ha l’ardire di volere comunicare con la pretesa di essere ascoltato. Quando ne ho avute di buone, ho sempre sollevato un telefono o scritto una mail per ringraziare. Quando ne ho ricevute di meno buone non ho mai protestato, pensando che quelle critiche, anche solo in parte, forse me le ero meritate.

Così Giorgio Faletti, sul Corriere della Sera. Parole smentite dai fatti. E poi c’era bisogno di far finta di commemorare un morto per pubblicizzare l’uscita di un nuovo libro?

P.S.
Esattamente due anni fa – vedi un po’ le coincidenze – ci occupammo di una polemica che ha molto a che fare con tutto ciò.

Magris VS Santanchè (proprio così)

Non perdetevi un istruttivo faccia a faccia tra Daniela Santanchè e Claudio Magris (sì, avete capito bene) sulle pagine del Corriere della Sera. La diatriba inizia con un articolo di Magris sulla volgarità dei nostri politici e si conclude con una fulminante concatenazione di stupidaggini della Santanchè.
L’effetto complessivo è tranquillizzante: la parola intellettuale non ha solo la valenza negativa che la signora Santanchè le attribuisce.
E questo ci aiuta a capire chi tra i due ha ragione.

Effettivamente

Pare che domenica scorsa a Palermo una cerimonia di cresima con centinaia di persone sia stata rinviata di mezzora per attendere l’arrivo dei più illustre degli invitati, il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo.
Pare che a Lombardo sia stato riservato un posto in prima fila.
Pare che il prete gli abbia dedicato l’omelia, per compattare il gregge di Dio attorno all’uomo ingiustamente accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Lombardo ha replicato duramente spiegando:
1)    Di essere effettivamente andato alla cresima.
2)    Di essere effettivamente arrivato qualche minuto prima dell’inizio della cerimonia.
3)    Di aver avuto effettivamente un posto in prima fila.
4)    Di aver effettivamente ascoltato un’omelia nella quale si parlava di lui.

Non esistono più le mezze ragioni

Sbirciando (ma proprio sbirciando) la tv, leggendo pochi giornali, divorando articoli e post su internet,  ho capito solo di recente ciò che ad alcuni è noto da tempo.
E cioè che gran parte delle polemiche pubbliche sono taroccate.
Non nel senso che i due contendenti hanno fatto un accordo sottobanco, ma che le regole del dibattito sono drogate.
Faccio un esempio a caso (ma proprio a caso).
Io dico che Pinco Pallino è una brava persona, sana di mente, ma che ha una singolare allergia per le donne coi capelli rossi: quando le vede comincia a parlare in latino e alza lo sguardo al cielo attendendo qualcosa, un fulmine o un’illuminazione, chissà. Ovviamente si tratta di un espediente per scherzare su quella persona.
Pinco Pallino ascolta la mia scemenza e si offende. Parte in quarta dandomi del razzista (le donne rosse vanno tutelate come ogni minoranza), del violento e del malfattore (una cugina di terzo grado di sua moglie era rossa e io non potevo non sapere).
Pinco Pallino quindi droga la discussione che da questo momento scorre su un binario apparentemente parallelo, ma che in realtà porta ben lontano rispetto alla realtà.
Cos’è successo?
In poche parole, è stato creato un mio clone, razzista, violento, malfattore sul quale da questo momento si addenseranno i commenti a seguire.
La polemica sarà quindi figlia di questo rito woodoo nel quale, pur di non dover ammettere che uno scherzo è uno scherzo (o, a seconda dei casi, di dover controbattere con cognizione di causa), si discetterà del male assoluto (provocato da un razzista, violento, malfattore) dimenticando che i cavoli a merenda sono pericolosamente indigesti.
Morale: se l’argomentazione dell’interlocutore è difficilmente attaccabile, è utile farne una copia truccata che appaia palesemente più debole e poi lasciarsi andare con le mazzate contro il clone per cercare di abbattere l’originale.
Questo meccanismo è noto ai più come straw man argument. Io non lo sapevo e mi ero lanciato nell’abbozzo di un ragionamento: vedevo una teoria affascinante che mi pareva poco esplorata. Invece era già stato tutto detto, scritto, pensato (ne ho letto qui).
Che noia, non esistono più le mezze ragioni.