Comunisti

Dal suo lupanare dorato, Silvio Berlusconi torna a indicare la sua pubblica priorità (di quelle private sappiamo tutto a memoria): la lotta contro i comunisti.
Questa fissazione nel combattere un nemico che non esiste più ricorda l’esperienza di quel soldato giapponese che rimase nascosto per 28 anni nella giungla credendo che la guerra non fosse mai finita. Solo che lì c’era un misto di ingenuità, senso della patria e strane convergenze astrali. Nel nostro caso c’è tutto l’opposto, furbizia, egoismo, premeditazione.
Per fortuna la ruota gira e oggi Berlusconi può esercitarsi come vuole nel teatrino della politica. Magari dopodomani lo vedremo giocare in una delle sue tenute col fucile a tappi di sughero e le sagome cartonate di Bertinotti e Occhetto. E sarà il momento in cui verificheremo il nostro livello di attenzione: neanche in quel momento si dovrà essere tentati di sottovalutarlo.

L’emergenza del Giappone e quella di Repubblica.it

Il sito de la Repubblica ha fatto dell’emergenza Giappone un’emergenza giornalistica. Sopra vedete l’apertura dell’home page di ieri sera alle 20. Passi per l’allarmismo, che non ha lasciato indifferente nemmeno Enrico, ma l’orgia di link e di documenti che il quotidiano ha scatenato a proposito del dramma nipponico ha raggiunto i limiti della comprensibilità. Ieri nel titolo principale del sito c’erano rimandi legati a parole come “scanner”, “cellulari”, “buio” e persino “cane”. Nessuno mette in dubbio il valore delle storie scovate dai cronisti e dagli inviati de la Repubblica, ma saggezza e mestiere impongono che le notizie vadano porte nel modo più comprensibile possibile.