Da ieri il sindaco invisibile della città dal malessere visibilissimo ha un nuovo record: il maggior numero di tentati suicidi in una protesta contro un’amministrazione dell’emisfero australe. In cinque, rigattieri in cerca di una regolarizzazione del loro lavoro, hanno manifestato in modo estremo attendendo invano un incontro con un essere vivente (e pensante) del Palazzo.
Ieri, come in altre occasioni ben più importanti, il sindaco Cammarata ha svolto il suo personalissimo ruolo in modo strabiliante. Non solo sottraendosi al confronto, ma addirittura facendosi sequestrare nella sua villa di rappresentanza.
Se il coniglio non esce dal cilindro la colpa è del prestigiatore.
Non credo che chi manifesta abbia sempre ragione, cortei e blocchi stradali non costituiscono certo l’esame cruciale per ottenere un qualunque diritto. Ma in questo caso sono certo che una colpa i rigattieri ce l’hanno di sicuro: non si tenta di mettere sotto scacco il nulla.
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Apostoli, colazione e cena
Thoiry, sul sottile confine tra Francia e Svizzera. Colazione felicemente pigra a casa di amici. Dopo il primo caffè, Mara (palermitana d’esportazione, come suo marito) fa: vediamo che si dice a Palermo.
Accendo il computer e scarico la mia copia di E Polis. Scorrono le pagine in pdf.
Un po’ di yogurt, grazie.
Ecco la cronaca della città.
Spremuta di arance?
Naturalmente!
Cammarata nomina dodici saggi per risollevare la città.
Brioche?
Ancora, grazie.
E’ tutta gente di Palermo che sta al nord, che occupa posti di successo.
Mi passi il burro?
Secondo le propalazioni del sindaco, i dodici saggi si muoveranno su un terreno che va dal turismo alla mobilità, dalla cultura al porto. Tutto lo scibile amministrativo, insomma.
Un po’ d’acqua, per favore.
Ma loro lo sanno di essere stati nominati?
E che ne sappiamo.
Quanti hai detto che sono?
Dodici.
Come gli apostoli! Ma si sono già incontrati?
Mmmh, non credo.
Quindi c’è ancora tempo per l’ultima cena.
Oh, no! Ma che paragoni…
Hai ragione. Ancora caffè?