Non so voi, ma a me la storia di una tizia che abborda un tale in aereo, lo tartassa di chiacchiere, lo tramortisce al punto che lui si guarda bene dal darle il suo numero di telefono, lo investe del titolo di “uomo della mia vita” e scatena un tempesta tweet sulla compagnia aerea per ritrovarlo, lui il fuggiasco, mi sa di minchiata del decennio. Unica attenuante, per lei e per i giornali di mezzo mondo che se ne sono occupati, come se vivessimo in un pianeta felicemente annoiato, il fatto che tutto è accaduto in America, la patria del tutto-è-possibile-anche-che-l’asino-voli.
Magari in un’altra vita, più crudelmente giusta, scopriremo che il poveraccio aveva moglie e figli e non aveva intenzione di farsi sgamare da una ragazzotta infoiata. Che il ricongiungimento forzoso tra i due ha causato più vittime collaterali di un bombardamento chirurgico americano in Afghanistan. Che lei cercava solo la notorietà necessaria per vivere di rendita e lui l’alibi per provare il suo nuovo coltello a serramanico. Che lei è stata finalmente arrestata per stalking.
In ogni caso siamo matematicamente certi che questa storia è stata pensata e scritta per farci diffidare, sempre di più, dei giornali e dei sopravvissuti che si ostinano a comprarli.