Lo so che a molti dà allergia che si parli dei vizi dei ricchi o delle debolezze degli amici, però a me questa storia della cocaina a fiumi a Palermo mi dà i tormenti. Un po’ ne ho scritto qui e ne ho parlato altrove. Un po’ l’ho lasciato sedimentare nel caos dei miei pensieri.
Ecco uno spunto.
Abbiamo crocifisso i commercianti che pagavano il pizzo, lo abbiamo fatto nel nome del rispetto delle regole e tutti noi, al di qua della barricata, sappiamo che ci fa orrore il solo pensiero che qualcuno foraggi la criminalità organizzata in una città in cui la criminalità organizzata ha combinato quello che ha combinato.
Ora si scoprono cocainomani insospettabili (???) che vengono guardati con sufficiente e nemmeno troppo malcelata benevolenza perché in fondo sono cazzi loro, e non fanno male a nessuno, e sniffare non è reato penale, e c’è di peggio nell’universo, e via blaterando.
Ebbene no. E non bisogna fare i bacchettoni per ricordare che chi paga il pusher finanzia Cosa Nostra. O credete esclusivamente all’invenzione anarchica di Breaking Bad?
In più, a voler essere pignoli, ci può essere qualche commerciante che – pur sbagliando clamorosamente – ha scelto di cedere all’estorsione per salvaguardare posizione economica e posti di lavoro. Mentre il cocainomane agisce solo per esclusivo e personalissimo tornaconto, per egoismo insomma.
Tutto qui.