Amo il Natale. Aspetto questo periodo sin da Ferragosto: non sono stato concepito, allevato, assemblato per l’estate, nonostante la mia passione per il mare. Sono il freddo, le giornate corte, l’imminenza di una vacanza in montagna che mi accendono. Il resto è solo un riempitivo emozionale, un frammento di countdown felice.
Oggi mia moglie ha fatto l’albero, come da tradizione, e io mi sono goduto un paio d’ore di estasi domestica. La musica in sottofondo, lei che armeggia (non senza lamentarsi) con un albero ecologico zoppicante, la casa che cambia penombre, la gioia di un calore fisico che non è atmosferico.
Di tanti (ormai troppi) Natale è fatta la mia vita, dalla delusione di un Babbo Natale che non esiste alla gioia atavica per la stagione dello sci, i ricordi hanno superato quantitativamente le aspettative. Eppure ogni anno è una scoperta, un censimento di emozioni: non c’è mai una festa uguale perché il calcolo della felicità è imperfetto, spesso col passare degli anni è una somma di sottrazioni. E se sei costretto a fare i calcoli non è detto che tu debba avere confidenza con la matematica, basta solo un pizzico di autocritica. Alla fine – potenza del clima natalizio e del velo di ottimismo che mi droga – penso che saggezza significhi saper limare le imperfezioni.
Quindi buon Anticipo di Natale a tutti. Che il pensiero semplice sia con voi.
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