Un paio di settimane fa, Francesco Foresta mi confidò di aver trovato il giornalista a cui affidare Live Sicilia. “Vediamo se indovini chi è”, mi sfidò col suo sguardo furbetto. Io che sino a quel momento non sapevo niente di tutta la vicenda, trovai improvvisamente una sola certezza. E dissi subito: “Peppino”. Lui sorrise quasi orgoglioso di me: “Giusto”, sussurrò.
Nel passaggio di consegne tra Francesco e Giuseppe Sottile ci sarebbe tutta una vita da raccontare, anzi due. Perché, come spiega Francesco nell’editoriale di oggi, le loro vicende professionali sono talmente intense da rappresentare importanti capitoli del giornalismo degli ultimi decenni. Perché il mestiere e l’indole, nel loro caso, si fondono per creare cronisti che vivono come scrivono, che pensano come raccontano, che amano e odiano allo stesso identico modo con la penna e col cuore.
Di figlio in padre, quest’eredità che sale controcorrente dà finalmente un lieto fine intermedio in una storia di sofferenza. La forza di Francesco, pur piegato dalla malattia, offre a Peppino un’occasione unica per un maestro: ritrovare l’allievo e aiutarlo incondizionatamente.
“Pensiamo un titolo”, disse Francesco riprendendo una consuetudine che per vent’anni ci aveva visti fianco a fianco a imbastire prime pagine, a inventare nuovi modi di raccontare la cronaca, a leggere e correggere, a scrivere e riscrivere. Lui alla tastiera e io a passeggiargli intorno. Lui calmo e io frenetico. Sempre così.
Alla fine il migliore era il suo. Sempre così.
Buon anno, pupetto. Auguri Peppino.
ho indovinato anch’io, avevo un solo dubbio, che fossi tu!
Auguri!