Il comune senso di responsabilità


C’è una domanda alla quale la politica dovrebbe dare urgentemente risposta: in cosa consisterebbe il senso di responsabilità di Silvio Berlusconi nel farsi da parte?
Uno si candida se ha ragionevole certezza di farcela. Tanto più sei potente tanto minore deve essere il rischio di non vincere, perché l’entità di una figuraccia è direttamente proporzionale al tuo ruolo.
Ora noi siamo al cospetto di un uomo che ha inquinato la vita italiana, dalla tv allo sport, dalla politica all’economia, che per la prima volta teme di non farcela.
L’età avanza, le promesse non mantenute lo circondano, la probabile condanna  nel processo per il Rubygate incombe, i big internazionali (eccezion fatta per un paio di dittatori con attitudine a delinquere) lo scansano come la peste, la stampa dell’intero globo lo deride: meglio mettersi di lato che essere investito.
Ah, ecco. L’unico senso di responsabilità di Berlusconi che viene in mente è quello a tutela di se stesso. Sceglie di andarsene per non essere cacciato.
Però gli inchini e gli onori no, per pietà.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Il comune senso di responsabilità”

  1. Seguo da poco tempo il Vostro “giornale” ma lo trovo arguto ed intelligente. Così come lo sono le valutazioni che si ricavano dall’artico che si commenta. Complimenti!!!

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