La crisi invisibile

E ora ci vogliono rincoglionire con un nuovo slogan: “La crisi non è visibile”. Berlusconi e, inopinatamente, l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo tentano di spostare l’asse del problema. Non è vero che la gente soffre per colpa della crisi economica perché i ristoranti sono pieni, quindi smettiamola di diffondere pessimismo e, a che ci siamo, cerchiamo di essere più sobri.
Una simile visione dell’Italia sarebbe archiviabile come fantascientifica se non fossimo con le pezze al culo e se non ci fossero di mezzo un premier e un cardinale. Persone diverse per costumi, almeno si spera, ma identiche per filosofia di benaltrismo. Dal convergere delle loro tesi scaturisce infatti un’idea surreale di questo Paese devastato dall’incuria e affamato. Certo, ci saranno anche i ristoranti pieni (io li trovo spesso vuoti, sarò sfigato), ma bisogna vedere quali sono e chi li frequenta. Fare statistica col sentito dire è ridicolo, a certi livelli diventa irritante, in certi periodi è sicuramente pericoloso.

P.S.
Ma ‘sto cardinale che ne sa di ristoranti e pizzerie?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

8 commenti su “La crisi invisibile”

  1. La crisi c’è. Altro che. Basta avere l’umiltà
    e l’attenzione nei confronti del prossimo.
    Ma poi. per cortesia, l’ISTAT ha dato notizia
    dell’aumento crescente della povertà.
    Mi spiace, ma il premier e l’arcivescovo o sono
    fuori della realtà o non riescono a percepire
    la sofferenza silenziosa di milioni di famiglie.

  2. beh i ristoranti forse saranno pure pieni,ma quei pochi rimasti aperti! A palermo hanno chiuso ristoranti storici come quelli in piazza De Gasperi, in via Roma c’è una fila devastante di esercizi chiusi e desolati affittasi,in pieno centro, non esistono più negozi storici come hugony e battaglia, la rosa sport etc, nella migliore delle ipotesi soppiantati da catene internazionali e negozi di telefonia,o più spesso dal solito “affittasi”, i liberi professionisti aspettano mesi e mesi per essere pagati e per questo molti studi sono in sofferenza, come anche le società che lavorano con gli enti pubblici ormai al collasso finanziario,la spesa si fa seguendo rigorosamente le offerte, e gli scippi sono aumentati in maniera paurosa ovunque e a tutte le ore. La crisi c’è, eccome!
    Chi ieri andava al ristorante oggi va in pizzeria, chi andava in pizzeria ieri, la pizza ora se la fa a casa

  3. Beh ogni tanto mi trovo a non essere del tutto d’accordo con te. Trovo un po’ forzato quest’accostamento dell’Arcivescovo a Berlusconi. Monsignor Romeo, stando a quanto riporta la notizia, dichiara che la crisi c’è ed invita ad un ridimensionamento delle spese inutili poichè “la gente adotta ancora uno stile di vita superiore alle sue possibilità e non ha preso coscienza del valore del denaro”.
    Credo che se Romeo evitasse di iniziare un pensiero con “E’ vero quello che dice il premier Silvio Berlusconi” e restasse nel suo ambito, forse lo ascolteremmo tutti con meno fastidio (io per primo)

  4. Ho commentato la questione sulla mia pagina di facebook (domenico sinagra). “Volare alto”, per il premier e l’arcivescovo, non deve significare rimanere fra le nubi.

  5. La dichiarazione del Cardinale Paolo Romeo, così riportata, risulta non corretta e fuorviante.
    Se uno legge bene l'”estratto di dichiarazione” attribuito al Cardinale, si può capire che più che dare ragione a Berlusconi, le parole del Cardinale Paolo Romeo denunziano con forza il ricorso all’usura e all’indebitamento, che porta a mascherare la reale entità della crisi, che invece continua ad avvertirsi fortissima nei ceti economiccamente più esposti.
    Sono certo che sia questo il giusto tenore della dichiarazione del Cardinale e in questo lo spirito è assolutamente opposto alle dichiarazioni di Berlusconi, che al contrario non riconosce l’oggettività della crisi.
    Pertanto ritengo che analisi e titolo di questo blog siano sbagliati e su questo oserei chiedere un chiarimento alla redazione.

    Andrea Volpe

  6. Caro Marco e gentile Volpe, l’appello ad aver coscienza del senso del denaro la Chiesa lo lancia da secoli, almeno da quando mostra di conoscerne appieno il valore (del denaro intendo).
    Quanto al ricorso all’indebitamento bisognerebbe capire chi e perchè vi è costretto. Io qualche idea ce l’ho. E non ha nulla a che fare con ristoranti e pizzerie.

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