La crisi invisibile

E ora ci vogliono rincoglionire con un nuovo slogan: “La crisi non è visibile”. Berlusconi e, inopinatamente, l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo tentano di spostare l’asse del problema. Non è vero che la gente soffre per colpa della crisi economica perché i ristoranti sono pieni, quindi smettiamola di diffondere pessimismo e, a che ci siamo, cerchiamo di essere più sobri.
Una simile visione dell’Italia sarebbe archiviabile come fantascientifica se non fossimo con le pezze al culo e se non ci fossero di mezzo un premier e un cardinale. Persone diverse per costumi, almeno si spera, ma identiche per filosofia di benaltrismo. Dal convergere delle loro tesi scaturisce infatti un’idea surreale di questo Paese devastato dall’incuria e affamato. Certo, ci saranno anche i ristoranti pieni (io li trovo spesso vuoti, sarò sfigato), ma bisogna vedere quali sono e chi li frequenta. Fare statistica col sentito dire è ridicolo, a certi livelli diventa irritante, in certi periodi è sicuramente pericoloso.

P.S.
Ma ‘sto cardinale che ne sa di ristoranti e pizzerie?