Ho assistito all’ultima puntata di “Vieni via con me” con la consapevolezza di aver finalmente visto un programma fatto da persone che hanno pieno diritto di stare in tv.
Non c’entrano i gusti, come è ovvio, c’entra la professionalità o meglio, se mi consentite, la titolarità. Perché di professioni ce ne sono molte, soprattutto improvvisate, ma di spettanze di diritto televisivo pochissime.
Al di là di alcuni umani cedimenti nel luogocomunismo, la sinistra classica che viene fuori dal fortunato progetto di Fazio e Saviano è (almeno) consolante: il pacifismo, il volontariato, l’antimafia, lo stare dalla parte delle vittime di ogni sopruso. Le vecchie, care, indimenticabili cause perse alle quali molti di noi si erano pericolosamente disabituati in un Italia che stempera le sue emergenze tra festini e puttane (per pochissimi, ed è quello il disintegratore sociale). Certo poi pensi alle parole “sinistra”, “progetto”, “fortunato” e pensi che ne manca una: ossimoro.
Tornando al programma di Raitre, è stato bello riscoprire il buon artigianato di una tv militante ma fatta ad arte (regia fantastica), nonostante la delusione sui titoli di coda: dov’era Paolo Conte, la cui musica ci ha accompagnato per quattro settimane?
Mi sono permessa di condividerti in FB. Spero non ti dispiaccia
Paolo Conte era a casa a contare i soldi della SIAE.
Bella domanda.
“umani cedimenti al luogocomunismo, sinistra classica, buon artigianato di tv militante”…ecco sei riuscito a spiegarmi perché non mi è piaciuto
Io ti condivido sempre su fb Gery…credo che tu lo sappia ormai…
Un abbraccio.
Non sono su Fb, però grazie grazie per avermi condiviso, Jana e fm.
è stato un ottimo programma proprio perchè non è venuta fuori ne la sinistra ne la destra classica…