L’ultima questione nazionale innescata dal quel mattacchione del presidente del Consiglio è adesso una questione tra Saviano e la Mondadori. Cioè tra un autore che può scegliere a casaccio (nel mondo) un editore con cui pubblicare col miglior profitto, e una casa editrice che può scegliere a casaccio (nel mondo) un autore da pubblicare col miglior profitto.
E’ la degna conclusione italiana di una polemica in cui chi lancia la pietra è anche stagno e acqua.
Il problema – mi pare – non è Roberto Saviano, che apprezzo per tutto ciò che non è Gomorra, ma un principio sacrosanto: quello del buon gusto.
I presidenti Berlusconi, padre e figlia, rivendicano il diritto di critica: l’uno in chiave istituzionale, l’altra in chiave anagrafico-aziendale.
Lo scrittore ne fa una questione di principio. Della serie: ok mi pagano, ma io sono nudo e puro.
Nello scenario letterario italiano il suo verbo conta più di quanto pesi sulle borse internazionali una riforma economica di Obama. Quindi tutti lì a strattonarlo: vieni con noi, passa dalla nostra parte, abbandona le file del nemico…
Il buon gusto, dicevamo.
Quando sono in atto operazioni milionarie, come quelle di Gomorra, bisognerebbe inventarsi una zona franca.
Prendete fiato perchè la frase che segue è lunga e contorta (e implora perdono per la strage di relative).
Ci vorrebbe uno spazio di compensazione in cui lo sventurato (e)lettore dovrebbe trovare la serenità di chiedersi come e perché il presidente del Consiglio che è padre del presidente della Mondadori arriva a stigmatizzare il successo di un romanzo edito da sua figlia che lo difende a seguito di un attacco dell’autore del romanzo che si erge a tutore della libertà contro quella stessa azienda-famiglia che ha pubblicato il suo romanzo rendendolo famoso nel mondo.
E poi dicono che lettori ed elettori sono in calo.
P.S.
Silvio Berlusconi era Silvio Berlusconi molto prima che Roberto Saviano diventasse Roberto Saviano.
Traduco: al momento di scegliere con chi pubblicare Gomorra, lo scrittore sapeva benissimo con chi si univa. Io e molti altri lettori, che pure non abbiamo nessuna simpatia per Berlusconi, non gliene abbiamo mai fatto una colpa.
Però, lettore non è sinonimo di imbecille.
“Dunque: Berlusconi, proprietario della Mondadori, critica “Gomorra” e chi lo pubblica (se stesso). Saviano, scrittore Modadori, su Repubblica critica il presidente del consiglio (suo editore) che critica il libro che lui gli ha pubblicato. Oggi Marina Berlusconi, presidente della Mondadori, critica Saviano (suo scrittore) che critica il presidente del Consiglio (suo padre) sul libro che loro due gli hanno pubblicato (sopra). L’articolo viene pubblicato in prima pagina di Repubblica. Subito sotto c’è una replica di Saviano. La quale si trova proprio sopra una bella pubblicità. Di “Gomorra”. Pubblicato dalla Mondadori contravvenendo un ordine di Berlusconi (suo proprietario) di non mettere più pubblicità sui giornali di sinistra.
Tutto questo significa qualcosa ma non so cosa.”
Letto su pazzoperrepubblica.it
Il lettore non è imbecille. Confuso,sì.
Il presidente di Mondadori avrebbe criticato il presidente del Consiglio, se questi non fosse stato suo padre?
Se la critica fosse venuta da chiunque altro, chessò dal presidente della Confindustra o dalla Bocciofila di Roccacannuccia, Marina avrebbe difeso il suo scrittore?
Ecco, ancora, il cortocircuito tutto italiano.
Il lettore non è imbecille per default, nutro forti dubbi sull’elettore. ;-)
Quoto Giuseppe.
Tutto calcolato: impennata di vendite di Gomorra.
Mr B. non voleva ottenere questo, penso, la sua era veramente una critica, molto criticabile.
Marina B., essendo una venditrice degna della “migliore” Wanna Marchi, ha trasformato una c@zz@t@ del padre in oro sonante. Non c’è niente da fare, certe capacità sembrano far parte del patrimonio genetico.
braco Tanus,è proprio così! Chi conosce Marina B. mi conferma che è una grande venditrice formatasi a pubblitalia,molto intelligente e spregiudicata,avrà pensato parlatene male,purché se ne parli…impennata di vendite!
In tutto questo,Saviano però potrebbe evitare di fare il duro e puro almeno in questa vicenda,i soldi sono soldi!
Bravo Tanus!
Anche il dg di Mondadori si unisce al coro e intona Resta cummè.
Mi pare di capire una cosa sola: nessuno in questo casino fa quello che dovrebbe fare. La parola chiave è: “invece”. C’è uno scrittore strafamoso che invece dovrebbe fare lo scrittore. C’è un editore che invece dovrebbe fare l’editore. C’è un imprenditore che invece dovrebbe fare (e basta) l’imprenditore. Invece… lo scrittore fa il santone, l’editore fa la figlia del presidente del consiglio e l’imprenditore fa il presidente del consiglio e l’amministratore delegato di Dio in terra. Dovrebbero dire cose sensate tutti quanti e invece sparano cazzate. Invece il paese avrebbe altro di che preoccuparsi.
Mi correggo: dovrebbero dire cose sensate tutti quanti, ma potrebbero pure tacere e lasciarci in pace ogni tanto. Un angolino libero per sparire per un po’ e bonificare l’aria c’è sempre.
Si è vero “al momento di scegliere con chi pubblicare Gomorra, lo scrittore sapeva benissimo con chi si univa”. Non dimentichiamo però che era ancora un ragazzo, e il manoscritto , magari, era capitato in mani felici, che vedevano il guadagno immediato e mettevano in secondo piano il possibile attrito con il padrone di casa
Perché ancora una volta si tenta di colpevolizzare chi è riuscito ad affermarsi con i suoi scritti? Ma ci rendiamo conto che tutto ciò è a nostro sfavore?
Il discorso è aria fritta, fuffa, lana caprina, sopravvivenza mediatica. La politica di una mega-casa editrice e le idee dei potenti che la possiedono raramente entrano in collisione. Il contrario è una leggenda (falsa). Lo so per esperienza personale. La casa editrice si occupa di vendite, di affari. Pubblicherebbe anche uno scrittore che abbia cornificato il magnate che ci sta a capo, se il direttivo editoriale giudicasse che quello scrittore promette buoni frutti o li ha già ottenuti. Sono pronto a scommettere che se Travaglio decidesse di pubblicare per Mondadori avrebbe un contratto seduta stante. Le cose che poi declama un Berlusconi, a briglia sciolta, nella sfera politica ha poco a che vedere con gli affari dell’azienda. Quella gente è molto più astuta e concreta di quanto si pensi. Diverso è il discorso tv (e quotidiani). La tv è oggi in grado di far traballare un governo. Un bestseller da libreria – almeno da noi – ancora no. La massa – la grande massa – non compra libri o, se possibile, li compra per metterli nel salotto buono. Intonsi.
le cose… hanno…
Ah… lo scrittore stravenduto è sempre amico, pappa e ciccia, della casa editrice che lo stravende. Se afferma il contrario è un pazzo. Oppure un bugiardo.
io sarò una sprovveduta ma continuo a credere che Saviano non pensava di avere questo successo e non lo pensavano nemmeno alla Mondadori.
E’ successo ed è diventata una patata bollente per la Mondadori(di berlusconi) e soprattuto per Saviano, che ha, sicuramente, firmato un contratto.
Secondo me la famiglia Berlusconi ha scoperto un’offerta milionaria a Saviano da parte di un colosso concorrente, oppure ha visionato un manoscritto compromettente, oppure il Silvio non si parla con la figlia Marina, oppure Saviano si è accordato con Silvio per fare uno scherzo alla presidente della Mondadori, oppure Silvio la sera prima è ancora andato a mignotte, o ancora e più banalmente tutta questa fuffa e stata tirata su per allontanare le voci maliziose dei giornali sulla seria spaccatura nel PDL.