Tutto bene

libro

Mi chiama il proprietario di una libreria di Alcamo, un tipo sveglio, molto attivo.
“Ciao Gery, come va?”.
“Molto bene, tu?”.
“Bene anch’io. Ci siamo trasferiti in centro, in un negozio più grande…”.
“Allora gli affari vanno bene”, dico io aspettandomi i soliti distinguo.
“Sì, Gery. Vanno benissimo”, risponde lui spiazzandomi.
Erano anni che non sentivo un libraio soddisfatto.
Finalmente una bella notizia.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

38 commenti su “Tutto bene”

  1. Gery,le possibilità sono:
    1. Il libraio in questione è uno dei pochi a non risentire della crisi (?!)
    2. Mente (!)
    3. Ha un atteggiamento (pro)positivo che lo porta a vedere il bicchiere mezzo pieno (?)
    3. Fa parte del saper fare pubbliche relazioni proporsi bene, non lagnarsi ecc. sennò chi sta dall’altra parte e magari vuol farti una proposta di lavoro si demotiva.
    To be continued…

  2. …E poi? Perchè ti ha chiamato?
    ;-) Raccontaci…dopo questo bell’esordio ci sarà un seguito altrettanto interessante…

  3. @silvia: uno che mente non ingrandisce e trasferisce il negozio in centro dove gli affitti costano di più. Sarebbe autolesionista. Escluderei quindi la tua ipotesi 2. Quel libraio invece è uno che ci sa fare, secondo me. So chi è e so che si dà molto da fare.

    @tutti: invece a Palermo, purtroppo, alcuni amici librai dicono di soffrire, economicamente parlando, da quando ci sono le grandi librerie-supermarket in centro. Peccato. Se i piccoli chiudessero si perderebbero la tipicità, la possibilità di trovare i libri degli editori di nicchia, il rapporto personale con il libraio. Sarebbe un disastro. Detesto le librerie delle grandi catene, che espongono e vendono quasi esclusivamente Fabio Volo e Dan Brown, conditi da peluche e gadgets vari. Vedere la nuova Mondadori di Palermo, per farsi un’idea.

  4. @Abbattiamo
    Sono d’accordo.
    Perdere le piccole librerie( ma il discorso andrebbe bene anche per i negozi di dischi) significa perdere in competenza.E poi è bello entrare in una liberia, girare tra gli scaffali, scoprire nuovi autori,parlare con con personale che ama questo lavoro e lo fa quasi come una missione.
    Devo dire che non esiste nulla di più spersonalizzante di un grosso centro( Mondadori o Feltrinelli).Per non parlare della preparazione del personale… viene da chiedersi se abbiano mai letto un libro…

  5. @fabio: esatto. In genere, chi lavora nelle grandi catene è un commesso generico. Chi lavora nelle librerie piccole è quasi sempre un appassionato, e quindi competente. Io amo andare, per esempio, in certe librerie in cui i librai conoscono i miei amici e sanno consigliarmi i libri da regalare, in base a quelli che loro hanno comprato lì, perché ricordano i gusti dei clienti, gli acquisti precedenti, ecc.

  6. @Abbattiamo, sicuramente il libraio in questione è persona validissima. Non è autolesionista chi intraprende una nuova, più robusta attività, al contrario è coraggioso e va sostenuto. In più avrà sicuramente una riserva di clienti fidelizzati perchè funziona così, al contrario che nei grandi centri dove il contatto e la relazione sono sacrificati.
    Quindi in bocca al lupo!!

  7. Tempo fa entrai in una piccola libreria a Barcellona P.G., i muri tappezzati di volumi, per terra colonne di libri quasi fino al tetto.
    Gestita da due ragazze, che raccontavano le difficoltà incontrate agli inizi. Sembrava quasi un racconto di lotta alla mafia. Barcellona P.G. è un posto difficile in tutti i sensi. Erano soddisfatte, il loro piccolo mondo girava come un orologino.
    Io non riuscivo a tirarmi fuori da quel posto, respiravo quell’aria come certuni respirano piste di neve bianca. Sembrava di essere tornato bambino, nei vecchi quartieri di Palermo la vigilia del giorno dei morti, con tutte le bancarelle di pupe di zucchero e i giocattoli esposti. Il mio personale mondo dei balocchi.
    L’altro giorno ho comprato dei libri all’Auchan – lavoro li vicino -, è stato come scegliere una lavatrice, sapevo già il modello l’ho trovato e acquistato. Successivamente sono stato da Flaccovio in via Ruggero Settimo, mi sono sentito nuovamente circondato da quell’alone per me pericoloso. Ero andato sapendo cosa comprare, non era disponibile, il commesso mi ha coccolato e proposto di ordinare ciò che cercavo… sono uscito ugualmente con due libri, mi son dovuto forzare a no far di più.

  8. Ho odiato la nuova Feltrinelli a prima vista. Poi mi sono dovuto ricredere. La Mondadori è molto peggio. Almeno alla Feltrinelli vendono principalmente dischi e libri, e il personale è rimasto quello di un tempo. Alla Mondadori – basta farci caso – lo spazio dedicato ai libri è un quarto rispetto alla totalità riservata a orsacchiotti, penne, agendine, lettori dvd, ipod, frullatori, profumi e balocchi. Per non parlare della scelta dei libri: Dan Brown. Fabio Volo. Poi Dan Brown. E Fabio Volo. Se ti avvicini a un qualsiasi reparto – che so, quello dei dentifrici e delle bambole – le commesse ti dicono buongiorno per contratto. Lo fanno perché gli hanno detto che va fatto. Ma la voce suona aliena, impersonale, come quella delle casalinghe di Stepford. Ebbi una sensazione simile alla Feltrinelli di Milano.
    “Buongiorno, desidera?”.
    “Cerco il reparto libri”.
    “Secondo piano. Grazie e una buona giornata”.
    “Ma… i libri sul cinema?”.
    “Secondo piano, grazie e una buona giornata”.
    “Però cerco un saggio fuori catalogo di…”.
    “Secondo piano, grazie e una buona giornata”.
    “Signorina, ha una caccola che le esce dal naso”.
    “Secondo piano, grazie e una buona giornata”.
    “Buttana”.
    “Secondo piano, grazie e una buona giornata”.

    Io sono per la salvaguardia dei librai- panda. A Palermo, e non mi vergogno di fare pubblicità – potete trovarmi da: modusvivendi, broadway e kalòs. Alla Feltrinelli ci vado per le matite.

  9. Siccome non mi vergogno neanche io…
    per le letture che riguardano il mare, mia estrema passione, consiglio la Libreria del Mare alla Cala.
    Se un autore ha scritto di mare… li trovate quel libro. Il proprietario e il commesso sono molto gentili, il secondo per natura proprio.

  10. Aggiungo che la situazione per quanto riguarda la musica, non è tanto diversa.
    Feltrinelli ha ridotto notevolmente l’assortimento del vecchio Ricordi, intanto i pochi negozi di dischi rimasti,resistono come giapponesi nella giungla.
    Se per caso cerchi qualcosa che vada aldilà dell’ultima compilation di Amici,X Factor, è tempo perso….
    Ringrazio gli amioi di Master per la pazienza e la disponibilità, ma dove non arrivano loro mi rivolgo ad internet.
    Tutto questo in una città da quasi un milione di abitanti…

  11. @silvia: io dicevo che è autolesionista chi mente (il tuo punto 2, come scrivevo) e amplia l’attività, non chi è florido e s’ingrandisce.

    Ammiro molto chi, in tempi di crisi, invece di deprimersi, potenzia. Bravo il libraio!

  12. Come librerie, alla lista del cacciatorino, che mi vede d’accordo, aggiungerei Pegaso di via Notarbartolo. I tizi sono freddini, ma comunque cortesi, e soprattutto hanno un’enorme varietà di libri, anche di editori minori.

  13. Piano Verbena,
    sennò il Cacciatorino si monta la testa e gli sembra di essere uno scrittore (come niartri… scrittori intendo).

    ;-)

  14. @Abbattiamo, l’avevo capito che ti stava a cuore il punto 2: mentire.
    A proposito del libraio: al di là del fatto che può dire o meno la verità a Gery riguardo i suoi cresciuti profitti, dimostra coraggio nel volere crescere in tempi come questi in cui credo ci siano statistiche che confermano un calo di vendite nelle piccole librerie.
    Mi piacerebbe sentire da lui raccontare la sua storia, a questo punto.

  15. @tutti: vi ringrazio. Sono contento di regalare un sorriso (prima di tutto a me stesso) in questi tempi grami.
    @Gery: maestro, a lei invece LO ringrazio.
    @Fabio: ormai (non posso dire per fortuna, ma nemmeno purtroppo) l’oggetto-disco mi pare in via di estinzione. La musica si compra perlopiù su i-Tunes. E’ comodo e assortito e costa meno. Master è da salvaguardare, certo, ma i ragazzi mi sono sempre sembrati “istericucci”. Non che mi stupisca. E qui devo dire che certi negozietti se la cercano. Sulla categoria (a parte) dei negozianti di dischi a Palermo, per esempio, mi riservo di scrivere un saggio approfondito. Dico solo che un paio di chiusure di vetrine del genere in città hanno suscitato in me una certa soddisfazione e ho brindato a I-tunes. Erano insopportabili, entravi e pareva di parlare con i paggi di Luigi XIV o i cognati di Paul McCartney. Ti trattavano come un selvaggio. Facevano preferenze tra clienti e clienti! Mai comprato un disco da loro: mi passava la voglia. Non so in nome di che cosa, ma credevano di essere un’élite. Chi vive a Palermo sa di chi parlo. A questo punto dico: ve lo meritate.

  16. @Il Cacciatorino
    So di chi parli. E’ verissimo, il negozio in questione campava sugli allori passati. E il personale era molto presuntuoso – e mi permetto di dire a torto, viste le mie conoscenze musicali – e la loro chiusura è legata , sicuramente alla crisi, ma anche alla scarsa capacità di comprendere che avrebbero dovuto specializzarsi e non tentare di fare la concorrenza a Feltrinelli o Ricordi vendendo solo nomi di massa.
    Su i-tuneS, posso dire che ho comprato, ma preferisco sempre comprare i CD, anche se hanno prezzi scandalosi.
    Non so… mi sono ripreso da poco dalla scomparsa del vinile, non riesco a passare a alla logica del fast food in campo musicale…

  17. Si nota il cambio dei “bodyguard” con individui più pronti e svegli…
    quello alla sua sinistra per esempio, una vera lince.
    ;-)

  18. ahahah!
    E credo che LUI ne abbia approfittato pure per farsi un’altra tiratina (alla faccia, eh?). Il lifting della staffa, come si direbbe nel vecchio west.

  19. Però ha un sorriso diverso. Si vede che siamo entrati nell’era del partito dell’amore. Anche più promettente di quella dell’Acquario.

  20. Ma no… che dici…
    sta pensando a Bersani e ai giudici comunisti. Ha trovato in provenza la soluzione definitiva, qualche ricamino alla provenzale sui gusti sessuali dei primi e dei secondi.

  21. In questa foto sembra che abbia dei pettorali… pettoruti, direi. Si sarà fatto siliconare anche lì?

  22. Mi hanno fatto notare ieri – a ragione – che comincia a somigliare in modo impressionante a Verdone (o Verdone a LUI). Ecco perché Verdone non fa più ridere.

  23. … o gli è rimasta veramente la paresi?!?!
    Come per le puille degli assassinati, rimane impresso il volto dell’omicida. A lui è rimasta una faccia D’uomo dell’Amore felice ora che Noemi si è levata dalle Pa..ine e se la sono scordati tutti tranne quel blogger camurriuso di nome Gery.

  24. Oppure hai il giubbotto antiproiettili. Per supplire al bodyguard totalmente bollito che ha accanto (anche se dubito che sia un bodyguard).

  25. Scommetto che se la cerchiamo troviamo una foto del dux nella stessa identica posizione, pettorali ghigno e tutto.

    @Abbattiamo:
    Quello è un bodyguard, travestito da Stanislao Moulinisky… fidati… guarda gli occhietti spirdati. e poi in confronto a lui è un giovincello.
    ;-)

  26. Caro @cacciatorino, però tra la Feltrinelli e la Mondadori c’è molta differenza, a partire dal visual merchandising. La prima utilizza banchi alti dove vengono esposti i libri novità di autori più o meno noti, ma affianca le altre pubblicazioni (quando ci sono) di quello stesso autore. C’è lo scaffale con i libri consigliati da chi lavora lì, che in termini di marketing significa: chi lavora in una libreria non può che essere un appassionato di lettura e il suo, quindi, sarà un giudizio autorevole.
    Alla Mondadori i banchi sono più bassi, questo dà la possibilità di esporre pile molto alte dello stesso libro, cartonati e display vari (abbondanza = investimento = credibilità/qualità). E’ un messaggio diverso, un approccio molto più cheap and popular, ma con un target ben preciso: il pubblico di massa.
    Le piccole librerie possono solo affidarsi alla vendita assistita, alla competenza del libraio e ai suoi consigli. Questo crea la fidelizzazione del cliente, ma va sostenuta, alimentata e garantita.

    p.s. Io adoro la Feltrinelli, soprattutto la caffetteria! Libro, te e biscottini al burro. Lusso sfrenato!

  27. Ho avuto la stessa esperienza del Cacciatorino alla Feltrinelli e per questo che quando vado a Milano vado sempre nella stessa libreria, una piccola vicino casa degli amici che mi ospitano, arrivo sempre con una lista ben fornita, alcuni titoli li trovo su questo blog. Ho preso una sana abitudine: chiedo al libraio, con il quale faccio lunghissime chiaccherate, un libro che secondo lui devo immancabilmente leggere, lui fa un giro e poi si tira fuori un titolo. Ci ha sempre azzeccato!!! È ormai la mia libreria d’oltralpe.

  28. @contessa: infatti, scrissi che mi sono ricreduto sulla nuova Feltrinelli. Ma solo dopo aver visto la Mondadori.
    Noto comunque che lei ha un’invidiabile conoscenza del settore. Dovrebbe fare la divulgatrice, senza se e senza ma. La lezione potrebbe intitolarsi…vediamo: l’appeal del libro, o qualcosa di simile.
    Che ne dice?

  29. No, è una realtà che lei non vuole accettare. E io la sprono a superare le colonne d’Ercole.

  30. Io compro on line,libri,cd,giochi,scarpe,abiti,giacconi,azioni,bot,donne,biglietti aerei,viaggi,alberghi.
    Faccio amicizie solo con Facebook, insomma sono un uomo che funziona solo on line.
    A mi dimenticavo che c’ho anche la snai card o line e che mi ricarico ormai solo on line….
    Saluti on line

  31. Essendo di Alcamo ovviamente conosco il libraio in questione e non ho motivi per dubitare del fatto che sia contento… la sua libreria fa parte di una delle grandi catene di cui avete commentato, ma il nostro libraio è riuscito a dargli una gestione di piccola libreria di quartiere nella quale puoi entrare, anche solo per curiosare, e sentirti a tuo agio… e poi si dà un bel da fare organizzando incontri con gli autori, premi letterari, corsi di scrittura creativa… insomma, la sua libreria è uno dei centri culturali più attivi in città, insomma… non la solita libreria :)

  32. chiedo scusa per il mio italiano un po’ traballante, ma dopo 12 ore di lavoro al computer, l’uacchi mi stiddìanu :)

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