Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
Approvo questa scelta, che immagino sia dei familiari.
Vero. Io sono per le esequie alla New Orleans: balli, canti, orchestrina dixieland e ombrellini svolazzanti. E una bella mangiata in onore del defunto, che di sicuro gradirà…
Nel paese dove ho passato la mia infanzia, quando moriva qualcuno, il defunto veniva accompagnato dalla banda musicale. La bara era preceduta da almeno 20 musicanti che con tanto di maestro. Brani tristi, è chiaro, ma per noi bambini era “la banda” che per antonomasia un elemento di gioia e quindi non capivamo perché ci fosse la musica. Una contraddizione che, credo, faccia riferimento ad un concezione cattolica: con la morte si va da Dio e quindi bisogna essere felici.
I miei lo sanno e lo inserirò nel testamento biologico: io voglio “perdere l’amore” di Massimo Ranieri.
Ma qual è la musica più adatta?
Mio padre, parole sue, Dio l’abbia in gloria, avrebbe voluto in corteo delle ballerine brasiliane “col c… di fuori”. Purtroppo il paesino d’origine non offriva simili generi di conforto. Lo accontentai con la banda (c’è anche lì: tanta buona volontà ma fiati sfiatati) alla quale però chiesi di non suonare. Allo strazio del cuore non volevo aggiungere quello delle orecchie.
Io suggerisco un “Altrove” di Morgan. Più in tema di così…