La buonanima del commercio

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

11 commenti su “La buonanima del commercio”

  1. L’ho notato oggi a pranzo, e mi è salito dal cuore un grido: mavaffan….. infostrada! Non è giusto che non ci si fermi mai nella ricerca della visibilità e del profitto, ci dev’essere un limite! Sono disgustato, me ne andrò a vivere sulla mia Ustica senza tv, senza telefono, senza pc. Bleah!!!

  2. Caro Paolo, a me invece è sembrato un tributo garbato e, perchè no, doveroso, a un personaggio che ha contribuito a rendere la pubblicità il fenomeno che è diventato.
    Mike Bongiorno è stato l’uomo immagine per eccellenza, l’inventore della televendita.
    Il sottofondo commerciale non lo nego, ma credo che in questo caso si intraveda nettamente l’attestazione di stima e il rispetto per un professionista leale come Mike.

  3. Certo garbato era garbato, e ci mancherebbe pure!
    Ma sempre di spot si tratta, e per questo non mi è piaciuto. La stima la potevano dimostrare nello stesso modo, ma senza il logo dello “sponsor”: allora sarebbe stata vera attestazione di stima. Augh.

  4. Che bel titolo, Gery! Dopo il tributo privato per il tuo “Quale allegria” dei giorni scorsi, ora un plauso pubblico. Sai che i titoli sono la mia passione. E questo è splendido.

  5. Io non credo nella “anima buona” del commercio, sia chiaro, ma Mike Bongiorno non è stato semplicemente un testimonial. Lui era la pubblicità, si identificava col brand che promuoveva, ci credeva. Ed era sempre pronto a manifestare gratitudine e lealtà nei confronti del committente.
    Per questo non ci vedo nulla di male se Infostrada, a cui si deve la svolta autoironica del presentatore severo e ingessato, celebra il ricordo di Mike con uno spot.

  6. temo che solo chi ha avuto l’idea di fare uno spot del genere potrebbe dire se è stato fatto con la lacrimuccia di chi vuol mostrarsi grato al professionista scomparso, con la bavetta di chi intravede il lauto profitto o entrambe le cose. Riconosco però che se è vero che il filmato in se è molto carino, l’idea dello sponsor mi dà un pò fastidio. Se non altro perchè il diretto interessato, per forza di cose, non ha potuto dire la sua a riguardo.

  7. Peccato. Personalmente ritengo che Infostrada abbia perso un’ottima occasione.
    Se, semplicemente, avessero evitato il logo aziendale in coda, allora si che sarebbe stato considerato dagli spettatori solo un giusto, anche doveroso, tributo.
    E siccome lo spot è composto da spezzoni di precedenti reclame tutte molto popolari, Infostrada avrebbe comunque ottenuto il medesimo risultato di riconoscibilità del proprio brand, attraverso il “valore” del tributo alla memoria di un testimonial importante legato al loro nome.
    Lo spot avrebbe, infatti, certamente trasmesso allo spettatore la piacevole malinconia del ricordo di Mike, brillante ed ironico: una sensazione comunque positiva che sarebbe rimasta associata al nome del brand.
    Al contrario, la netta percezione dello spettatore al termine dello spot è perfettamente sintetizzata da Gery nel titolo del post.
    E, a mio giudizio, non è una sensazione gradevole.

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