Su froci e finocchi

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“Frocio” e “finocchio” sono offese disgustose non per la connotazione omofoba che inequivocabilmente si portano appresso, quanto per il nauseante equivoco che ingenerano: e cioè che una condizione sessuale possa essere usata come parolaccia, come argomento contundente. Maurizio Sarri ha tempo di chiedere scusa a Roberto Mancini, ma difficilmente troverà il bandolo di quella lurida matassa di pensieri che hanno ispirato un simile exploit.
Sono un gran consumatore di parolacce, purtroppo. Ne ho di adatte a ogni situazione, sono ben fornito a ogni latitudine dell’incazzatura.
Ho quelle da automobile (terribili), quelle da stadio (pittoresche), quelle da litigio tra amici (teatralmente volgari), quelle familiari (oggetto di sempiterno pentimento). Ho persino un carnet di schifezze per mio esclusivo uso personale: lo utilizzo quando sono solo e fortemente arrabbiato. Roba indicibile, di cui spesso mi vergogno. Ma chi non cede ogni tanto all’ira scagli la prima sconcezza.
Eppure “frocio” e “finocchio” è come se non appartenessero alla mia cultura, non perché me la tocchi con la pinzetta (anche) in tema di volgarità, ma perché non mi sembrano epiteti efficaci. Frocio è per me un aggettivo scanzonato come l’uso che ne fa Vladimir Luxuria ogni mattina su Radio Capital quando propone il “disco frocio”, cioè un brano caciarone dove i primi a “fare i froci” sono gli eterosessuali (e “fare i froci” è qui inteso nel senso che avete ben capito: esagerare le movenze, ballare spensieratamente, ridere sulla libertà dei sensi). Finocchio è ben altro: un ortaggio ottimo tagliato a fettine sottili e condito con olio sale, senape e grani di pepe nero.
Il vero problema è Maurizio Sarri, anzi il Maurizio Sarri che è in molti di noi. Il residuato bellico di un grottesco machismo mussoliniano, potente per caso, abile cancellatore di passi fatti. Uno che pensa come parla e non pensa a come parla. Magari vincerà il Campionato di serie A. Di certo quello delle minchiate.

Interisti e perdenti

Sapevo – giuro che lo sapevo – che quegli anni di successi ingordi sarebbero stati una parentesi e che presto o tardi saremmo tornati alla nostra rassicurante dimensione da nobile decaduta, seppur fiera e altera.

Francesco Massaro racconta meravigliosamente la sua fede interista.

Lo gioia dopo la tempesta

Dopo la delusione della notte romana, ma con la gioia del risveglio milanese, mi prendo qualche giorno di riposo al di là delle Alpi.
Comportatevi bene.

Il lungo incesto tra Inter e Milan

Visto sul Grande cocomero.

Inter contro Inter

Oggi l’Inter gioca a Palermo. Repubblica.it fa un bellissimo e completissimo articolo dove riesce a non dire una sola parola dei rosanero.

Grazie a La contessa.

Chi gli dà un passaggio in aeroporto?

In palermitano questi si chiamano nimici ‘ra cuntintizza. Non so dalle vostre parti.

Grazie alla Contessa.

Oggetti smarriti

Balotelli si scusa: “Ho perso la testa”.
Non è prevista ricompensa per chi la ritrova.

Mandatelo a lavorare

Senza entrare nel merito della partita, quel che mi resta di Inter-Barcellona è la serena consapevolezza che l’unico calcio di cui Mario Balotelli ha bisogno non è quello che si dà a un pallone.

La faccia e l’orgoglio

Binario
di Daniela Groppuso

Se mi state chiedendo di mettere da parte l’orgoglio, potete dirlo anche a qualcun altro. Non sono così stupido da saltare cinque partite: se avessi dovuto chiedere scusa lo avrei chiesto dopo la prima. Avendo ragione io, non chiedo scusa.

Mario Balotelli- Chiambretti Night, 30 marzo 2010

Mi scuso per la situazione che si è creata negli ultimi tempi. Sono il primo a soffrirne perchè adoro il calcio e vorrei giocare e ora aspetto in silenzio per poter tornare ad essere utile alla mia squadra.

Mario Balotelli – Lettera pubblicata sul sito dell’Inter, 1 aprile 2010

Inter, solo Inter

E’ irritante acquistare su Sky la partita Palermo-Inter e scoprire che i telecronisti ti raccontano invece Inter-Inter.