Una curva che conosco bene


Alcune considerazioni sull’incidente di Mondello.
Il luogo della tragedia è una zona che conosco bene, ci passo da anni a piedi, di corsa, quasi ogni mattina. E’ una curva alla quale è impossibile arrivare in velocità senza un’intenzione. Cioè, un mezzo senza controllo, coi freni rotti, si schianta prima, alla fine della lunga discesa che sta a monte della rotonda teatro dell’incidente.
Quella curva invece si abborda con volontarietà. Se, come la stragrande maggioranza delle persone, sei un tipo normale scali di marcia e giri a sinistra a 15, 20 all’ora. Se sei uno squilibrato schiacci l’acceleratore e ti affidi al Padreterno.
Per quel che ho capito, ieri l’autista della motrice è arrivato a velocità sostenuta e ha tentato la curva a effetto. La mia sensazione è corroborata da un elemento che reputo fondamentale: una motrice senza rimorchio è una bomba di cavalli vapore, ne ho viste sgommare diverse per la città, forti di un rapporto peso-potenza assolutamente squilibrato.
Spero di sbagliare, o forse no, ma il criminale che ieri era alla guida di quel mezzo ha tentato la sgommata in quella che, in soldoni, è una chicane (prima semicurva a destra, seconda curva a sinistra) e gli ha detto male. Anzi ha detto male alla povera signora che stava lì, in riva al mare a godersi un tranquillo pomeriggio di autunno insieme ai suoi nipotini.
Che la legge sia implacabile col colpevole.

P.S.
Conosco Giuseppina, la figlia della vittima. Un pensiero affettuoso va a lei e alla sua famiglia.