Il blocco dei talk show per precauzioni elettorali sarebbe una cosa ridicola se fosse solo una tipica questione di lana caprina italica. Invece sul web c’è ormai un bel palinsesto che va dal Corriere a Repubblica, con editorialisti, anchorman e direttori che parlano di tutto ciò che è “proibito”, cioè dell’arroganza (penale?) del premier, della abnegazione dei suoi cortigiani e del suo personalissimo sistema di potere: badate bene, cose utili da sapere quando si avvicina una consultazione elettorale. Quel che è uscito dalla porta (tv) è rientrato dalla finestra (internet).
La questione transita quindi dal ridicolo all’irritante, come irritante è qualunque tentativo di prendere per il culo gli spettatori paganti. Perché noi abbonati alla Rai – ovvero noi che versiamo il pizzo alla Rai – non abbiamo avuto alcuno sconto sul canone: quindi non ci piace che ci tolgano i programmi come se niente fosse.
Se dal salumiere io pago un etto e mezzo di culatello, voglio il culatello e non accetto che mi si dia invece il salame Napoli né che si truffi sul peso. Ma i salumieri generalmente sono persone serie.