Io sono per Grillo nuotatore

Mi ha molto colpito la virulenza di certe reazioni alla traversata dello Stretto di Messina compiuta ieri da Beppe Grillo. Come se si parlasse di un ladro o un tangentista o di un corruttore.
Chissà quanto è costata l’assistenza delle motovedette… chissà quante persone sono state mobilitate a spese nostre… questa pagliacciata quello lì poteva risparmiarsela… e via blaterando.
Sarei felice di discutere faccia a faccia con i geni che hanno mosso queste obiezioni all’impresa sportiva (e avverto i lettori meno assidui che ho spesso criticato Grillo su questo blog) ma non frequento i salotti della politica e la corte dei miracoli che vi galleggia intorno.
Andare a contestare al Movimento 5 Stelle sprechi di denaro pubblico è l’errore strategicamente più grave che un qualsiasi candidato possa fare. Perché una contestazione,  a prescindere della sua fondatezza, deve tener conto della sua contestualizzazione. Siamo in Italia, il paese dei contributi smisurati ai partiti, il paese delle menzogne istituzionali, delle promesse grottesche.
Grillo inaugura una campagna elettorale in Sicilia con una nuotata e si scatena il putiferio. Nessuno, nei secoli dei secoli, ha mai fiatato per camper, treni, navi da crociera, aerei con puttanone, congressi, cene, sfilate, adunate in piazze imbellettate ad hoc: quelle campagne elettorali chi le pagavano, Hansel e Gretel?
Ora un signore non più giovane, detestabile quanto volete, ma simbolo di una fetta d’Italia onesta e incazzata, compie un’impresa che nessun politicante “tradizionale” sarebbe capace di emulare: tre chilometri di nuoto in un’ora e un quarto.
Cosa c’è da ridire?
Ognuno fa la politica come vuole. C’è chi la fa a bracciate, e chi abbracciando (e baciando), chi urlando e chi sussurrando promesse. La messinscena fa parte del gioco. Tutti quei puri dell’ultima ora che storcono il naso davanti all’evento dello Stretto ritengono che affittare il principale teatro di una città per rincoglionire i presunti elettori sia un’operazione più raffinata che mettere in mostra una felice forma sportiva?
Avevamo i nani e le ballerine guidati da uno scadente pianista da crociera e abbiamo il coraggio di lamentarci se un tizio che vuole cambiare il Paese sa nuotare, e pure bene?