Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.
Non c’era lo zampino degli extraterrestri, né il tocco burlone di madre natura, ma la mano fraudolenta dell’uomo. Non c’era l’imprevedibile, ma il premeditato. I fuochi inspiegabili di Canneto di Caronia che avevano attirato scienziati, politici, militari, scrittori, esorcisti, ufologi, erano in realtà spiegabilissimi come l’avidità umana: qualcuno appiccava le fiamme per avere i soldi dei risarcimenti legati a un auspicato stato di calamità.
Nulla è come appare, soprattutto in Sicilia dove pare obbligo sociale incantarsi al primo sguardo. A Canneto di Caronia ci sono voluti i carabinieri per riavvolgere il nastro della storia e spiegare che, in fondo, le apparenze ingannano chi vuol farsi ingannare. (…) E stiamo bene attenti a non ripescare, come spesso accade in simili frangenti, la tiritera del relativismo o dell’inconoscibilità del reale che ha acceso l’arte di un premio Nobel siciliano, ché qui quel che alla fine conta veramente non è la chiamata in causa di Luigi Pirandello, ma l’eventuale chiamata di correità di Roberto Helg.
Anche per il presidente della Camera di Commercio di Palermo il tram della credibilità si è bloccato alla fermata dell’apparenza, e anche in questo caso il nodo di una verità che c’è ma non si vede è stato sciolto dai carabinieri. A Caronia come a Palermo gli indizi che c’erano, erano nascosti così così. O forse siamo noi che non abbiamo le lenti giuste per guardare questa nostra regione di panzane, di scie chimiche, di persone giuste messe al posto sbagliato e viceversa, di parvenus dell’imprenditoria, di relazioni trasversali e di lestofanti della porta accanto. Così è se vi pare, fin quando non se ne accorgono i carabinieri.