Si sa, New York non è l’America. E viceversa. New York è New York, la città più incredibile. La città che rende il sonno inutile, che ha un traffico insopportabile ma anche un verde indimenticabile, che fuma dai tombini e profuma di pietanze di tutto il mondo. La città che ha il cielo più piccolo e l’orizzonte più grande. New York è un arcipelago di città che si fingono quartieri: provate a girarla a piedi e rimarrete colpiti da come tutto cambi vertiginosamente da un chilometro all’altro.
Una settimana non basta per capirla, ma è sufficiente per capire. Capire che a New York tutti cercano qualcosa, corrono verso qualcosa e, contrariamente a quel che verrebbe spontaneo pensare, si guardano intorno. Fate un esperimento: mettetevi una mappa della città in mano e assumete un espressione perplessa; contate sino a dieci e sicuramente qualcuno si fermerà per chiedervi se avete bisogno di aiuto. I newyorkesi sono gentili a modo loro, vi guidano se vi siete persi ma vi correggono bruscamente se sbagliate una pronuncia.
New York ha anche un altro primato, la metropolitana più incasinata che abbia mai visto. Alcune stazioni sono fatiscenti, in altre le indicazioni sono lacunose, in molte non ci sono tabelle orarie sul passaggio dei treni. Perdersi è facilissimo (e se ogni tanto accadesse non è detto che sarebbe un male…).
Per farla breve, di questa settimana nella Big Apple rimane la sensazione di essere stati fortunati. Col tempo soprattutto, giacché la città col sole è davvero una meraviglia. Se mai vi capiterà di vivere un’esperienza simile, trovate il tempo per fare l’unica cosa importante che non sta scritta sulle guide: prendete la persona amata (se non la avete procuratevela, fatti vostri) e andate a sdraiarvi a Central Park. Poi abbracciatevi sotto il sole. E baciatevi.