Uno dei miei luoghi preferiti è il Monte Mufara, sulle Madonie.
Lungo le sue pendici sono cresciuto, io e molti coraggiosi sciatori siciliani (perché ci vuole coraggio a inseguire la neve in una terra come la nostra). Oggi è per me meta di una sorta di pellegrinaggio della memoria.
Finché avrò gambe e testa, sarò felice di scarpinare almeno una volta all’anno per quei due maledettissimi chilometri in salita, dal rifugio Marini sino alla cima del monte da cui quando eravamo piccoli ci gettavano giù con gli sci di legno.
Qualche settimana fa siamo andati lassù con due nostri amici. Anche Dani si è lasciata prendere dall’ebbrezza dell’asciuttezza selvaggia di quel luogo: un posto in cui non c’è quasi nulla, solo cielo, strapiombi e roccia.
Giunti in cima, come sempre, io mi sono arrampicato su un pendio che conosco, trovando un incavo di pietra che conosco, godendo dello strapiombo che conosco e riempiendomi occhi e cuore della gioia che conosco.
Tutto questo per dirvi che questo sabato da quelle parti hanno organizzato una passeggiata notturna sino alla Mufara. Si parte alle 21 dal rifugio Marini.
Che bello. Io ho ricordi più modesti e meno temerari:il rifugio Orestano a piano Zucchi:niente escusioni su sci, ma passeggiate
e, in primavera estate, in una profumata estensione di ginestre.
La pasta al forno approntata da Salvatore Mogavero.Il dolce far
nulla. Il tutto gestito dal Club Alp’ino Siciliano, presieduto negli
anni 70 dal prof. FaustoOrestano, e del cui consiglio direttivo
feci parte assieme a mio zio Ettore.
L’escursione dell’autore e della gentile consorte ha la mia invidia
e il rammarico di non potere vivere la loro ebbrezza.
[…] che la politica è come un vecchio film proiettato su uno schermo sdrucito. Però so anche che una passeggiata con la persona che amo mi elargisce (comodamente) le stesse endorfine che prima cercavo in […]