Grillo promette: “L’onestà diverrà di moda”. E’ una bella prospettiva che non può avere oppositori: trovereste qualcuno che promette il contrario? Vabbè, forse sì… ma per praticità escludiamo i lestofanti.
Comunque il problema è questo: basta l’onesta per governare un Paese?
Ovviamente no. Però l’Italia si trova in una posizione più scomoda, in cui chiede non già di essere governata, bensì implora una ricostruzione. Che è una cosa diversa.
Per amministrare servono competenze e furbizia. Per scavare tra le macerie servono braccia forti, magari giovani, e abnegata onestà. Perché tra governi politici e tecnici, tra ministri esperti e creativi, tra figli di papà e figli di puttana, abbiamo consegnato la nostra nazione a gente che quanto a capacità distruttiva considera gli Unni poco meno che pivelli.
La moda dell’onestà, con tutte le scintille qualunquiste che può suscitare, è quindi più che auspicabile, chiunque la proponga.
Il modello di governo che l’Italia degli onesti si aspetta è semplice e di un’intransigenza ferrea: lavorare a testa bassa per tirare su tutto ciò che è venuto giù. Senza fronzoli, senza privilegi, senza odiosi orpelli.
Altrimenti le prossime elezioni, se le faremo, le faremo nelle caserme.
Grillo propone begli slogan. Ma poi, scava scava, è un dittatorello, per come gestisce il suo movimento, per le sparate populistiche, per il suo atteggiamento alla “Ghe pensi mi” in genovese. Se lo voteranno in tanti sarà comunque un bene; se lo voteranno in troppi sarà un dramma.
chi vivrà, vedrà
onestà è un termine che riveste un’incredibile attrattiva. peccato che, come sempre, ognuno la interpreti a suo modo e si annoveri tra gli onesti, secondo il vecchio concetto della pagliuzza e della trave. comunque vada, io non vedol’ora che si arrivi alla fine di questa settimana. e, comunque, ho senz’altro una certezza. vedere berlusconi e ascoltarlo, anche solo quando dice “tennici”, mi mette i brividi. chiunque, cosciente o meno, per suoi meri obiettivi personali, ne agevoli il ritorno avrrà il mio sempiterno disprezzo.
Ennesimo slogan a effetto di Grillo: il giochino è chiaro e prevede una ricezione unilaterale degli stessi slogan. Senza contraddittorio nè discussione. Ricorda purtroppo il Berlusca, ovviamente in versione onesta e disinteressata.