A parte le giustificazioni ufficiali, tutte ufficialmente valide, pesa notevolmente l’assenza del Papa ai funerali del cardinale Martini. Una benedizione-discorsetto in contumacia la dice lunga sulla volontà di rinnovamento e sulla capacità di introspezione della Chiesa guidata da herr Ratzinger. Del resto, non è una novità che questo pontefice si guardi bene dal vestire i panni di un papa del terzo millennio: è come se l’attualità lo infastidisse al pari di un faro abbagliante sparato sugli occhi.
La lotta senza quartiere di Benedetto XVI contro il relativismo è, ai miei occhi di cattolico orecchiante e disilluso, un alibi per mascherare una pericolosissima sordità sociale: in realtà non sono gli altri che non parlano – pur agitando idee e sentimenti – è lui che non ascolta, che non vuole ascoltare.
La Chiesa del 2012 ha troppe preziose occasioni per ritornare al centro dello scacchiere umano, però le dribbla tutte, inspiegabilmente.
Ci vorrebbe un reset, tra Storia e coscienza.
Ci vorrebbe un binocolo per guardare lontano, nelle lande del sottosviluppo.
Ci vorrebbe una lente di ingrandimento per osservare da vicino le trame della modernità.
Ci vorrebbe un Papa.
e l’ineffabile socci? la mancanza di cultura di martini… la chiesa non è indietro di 200 o 300 anni. la chiesa deve rimanere a 2000 anni di distanza. quindi, già troppo avanzata. si spiegano tante cose.
Ho pianto la scomparsa del Cardinale Carlo Maria
Martini, amato non solo a Milano.
Ad un mio scritto a lui indirizzato in un momento
difficile del mio percorso, mi mandò un messaggio.
Un mio libro di poesie (“Il tempo della bellezza”,prefazione di Massimo Cacciari), fu
da me dedicato al grande Pastore.
Lo ricorderemo sempre:candidato a sommo pontefice.
Ho dedicato il mio ultimo post alla figura di Carlo Maria Martini, punto di riferimento della mia vita umana e cristiana. Vi delineo quelli che per me sono stati i Suoi principali insegnamenti.