Grillo con lo sconto

Ieri sera io e mia moglie siamo andati a vedere lo spettacolo di Beppe Grillo: lei era vestita da aspirante parlamentare del Pdl, io da capopolo della Fiom di Mirafiori. In due,  involontariamente, impersonavamo le differenti istanze di un intero Paese.
Al teatro abbiamo trovato esattamente quello che ci aspettavamo di trovare: pane per i denti di un popolo affamato. Invettive, ricostruzioni precise, sdegno.
Grillo, come sempre bravo e tenace, ha cavalcato i soliti temi. Dal nucleare a internet, dall’ecologia al Parlamento degli inquisiti, ha condotto senza scossoni il pubblico verso la destinazione stabilita: il voto per le liste civiche.
Ho visto quasi tutti i suoi spettacoli e posso dire che, col tempo, la forza politica ha preso il sopravvento sulla quella comica. La fragranza di alcune battute geniali (famosa quella a proposito della foto di due genitori italiani con un bimbo cinese adottato, “lo vedete quel bambino? Quello non è il figlio, ma il datore di lavoro”) è solo un ricordo.
Oggi Grillo, pur conservando un’indiscutibile genialità nel saper scovare puntelli di cronaca al suo racconto, cade spesso nell’autocelebrazione. Gran parte dello spettacolo se ne va coi ricordi dei V-Day, con il remake di Woodstock a Cesena, con l’elenco di iniziative pubbliche portate avanti dal suo movimento e con la reiterazione delle maledizioni contro la nostra classe politica. Tutti temi in larga parte condivisibili, solo che solitamente per assistere ai comizi non si paga. In quest’ottica diciamo che quaranta euro di biglietto sono decisamente troppi. Ne bastavano venti.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

7 commenti su “Grillo con lo sconto”

  1. Comunque Grillo in occasione di volgenti elezioni
    sottrarrà voti a Italia dei Valori, al PD, alla
    sinistra in genere.

  2. Gli uomini della provvidenza non mi sono mai piaciuti.
    Ma su questo punto sono d’accordo con Salvatore Battaglia (tranne sulla definizione “di sinistra” per l’IdV): esiste un qualunquismo di sinistra che preferisce le scorciatoie.

  3. D’accordo con Angelo: l’IDV non è di sinistra, ma un soggetto mistifictorio con sentimenti di
    destra radicale
    rectius mistificatorio, imbellettato di aria
    rivoluzionaria.

  4. Berlusconi, Di Pietro, Grillo… ma non lo potevamo impugnare subito questo testamento della prima Repubblica? o non abbiamo capito quello che leggeva il notaio?…

  5. Sig. Battaglia, non mi faccia dire cose che non ho scritto.
    Ho soltanto precisato che l’IdV non può essere considerata “di sinistra”.
    La confusione, se c’è, la fanno i giornali come Libero o ilGiornale. Forse volutamente perché, come si sa, il Padrone non ammette concorrenza…

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