Contraddittorio zero

Ieri i telegiornali hanno dato conto della colorita replica del nostro premier alle nuove accuse di reiterata disinvoltura sessuale (con minorenni).
Come al solito, il raffinato Berlusconi se n’è uscito con una battuta. Della serie: non replico e faccio come Annozero, cioè contraddittorio zero.
Tutti a ridere con lui, Bertolaso in testa; molti a indignarsi, nel resto del mondo.
Anche i bambini conoscono la differenza tra la televisione e la politica. Il primo è il mondo del relativo (ma non diteglielo così ai bambini sennò vi guardano male), il secondo è il mondo dell’assoluto.
Mai sentita una verità in tv, mai visto un dubbio sulle labbra di un politico.
Quando il premier godereccio si rifiuta di rispondere alle domande dei giornalisti, offende innanzitutto i suoi elettori, poi tutti gli altri (dei quali gli importa poco, ma che esistono). E il paragone con una trasmissione giornalistica è uno strafalcione logico di cui, in un paese civile, gli si dovrebbe chiedere conto in Parlamento.
I giornalisti e i politici non hanno niente in comune, e per fortuna. Sono distanti negli articoli di legge, nella somma Costituzione, nei contratti e nei privilegi. Se Santoro non rispetta il contraddittorio (berlusconiano) – una regola discutibile perché imposta con clausole che sono state studiate proprio per essere impossibili da rispettare – può andare incontro a una sanzione. Se non lo rispetta il capo dell’esecutivo, c’è un tetto che si sbriciola sopra le nostre teste. Ed è il tetto sotto il quale alberga una cosa che si chiama democrazia.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “Contraddittorio zero”

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