Il locale è bello, bello come una piazza di Palermo stipata di tavolini tra aiuole, selciato e auto che addentano il marciapiede.
Il conto un po’ meno.
Siamo a le Cremolose, uno dei luoghi culto della Palermo da trangugiare.
Ti distrai e loro tentano di farti pagare un panino sei euro e passa: riflettete, dodici mila lire per un panino. Manco fosse imbottito di platino e uranio impoverito (il famoso “panino atomico”, roba da fare invidia alle prime paninerie degli anni Ottanta).
Poi protesti e gli euro diventano tre e cinquanta (come da menu), e ti consoli perché se non fossi stato attento ti avrebbero fregato.
La soddisfazione dura poco, il tempo di rileggere con attenzione il conto. Paghi sulla base di uno scontrino che ti viene servito con solennità: carpetta di finto cuoio su piatto, con letto di tovagliolo. Se sei in serata sì ti va di sbirciare, scoprire che cercano di appiopparti qualcosa più del dovuto (vedi panino), accorgerti che quel foglietto non ha alcun valore fiscale.
Protesti alla cassa. Una figurante mezza cameriera e mezza contabile ti risponde che quello è il pre-conto. Tu ti incazzi e ribatti che del pre-conto te ne sbatti i pre-coglioni perché tu non paghi con pre-soldi e soprattutto le riveli che quel pre-pizzino hanno già cercato di rifilartelo altre volte e che tu glielo hai contestato perché non sei un pre-scemo.
A malapena e con qualche mugugno ti riducono del giusto il prezzo del panino (di cui sopra) e ti rilasciano finalmente uno scontrino fiscale.
Te ne vai con la soddisfazione di avere sventato una rapina.
Prendete appunti.
Le Cremolose, piazza Alberico Gentili a Palermo: c’è materiale per la Guardia di Finanza e per qualche magistrato volenteroso.
Qualche dettaglio su quel panino, che ho mangiato io. Si chiama “Tirolese”, è con speck ed emmenthal e – come riferisce Gery – nel menu costa 3,50 euro. Io chiedo la sostituzione dello speck con il prosciutto crudo. Quando il panino arriva, un cameriere lo ribattezza inspiegabilmente “Carpaccio”. Il perché si capirà solo al momento del conto. Il “Carpaccio” nel menù è segnato 4,50 euro, ma nel nostro pre-scontrino (non fiscale) costa 6,10. Posto che la sostituzione dello speck con il crudo dovrebbe far calare il prezzo (lo speck, in salumeria, va a 20 euro al kg e il prosciutto a circa 13,50), al bar Le Cremolose assimilano, col nome “Carpaccio”, quella mia mezza fetta di crudo e quell’ostia di emmenthal a un panino che nel menù ha anche il grana, la rucola, l’olio e il sale e costa, come detto, 4,50 euro. Ma il mio panino quegli “optional” non ce li ha. Insomma, il mio è un “Tirolese” meno costoso, ma stando al pre-conto è un lussuoso “Carpaccio” che avrebbero voluto farmi pagare 2,60 euro in più del “Tirolese” e 1,60 più del vero “Carpaccio” del menù. Chiedo di spiegarmi il perché, per curiosità intellettuale, e nessuno si cura di dirmelo.
Abbattiamo, mi hai fatto venire fame però.
Scusate la lunga disamina da ragioniera, ma questo comportamento (non per gli euro, ma per la sfacciataggine) mi ha dato molto fastidio. E andandomene dal bar ho anche sentito i malcapitati vicini di tavolino commentare, dopo aver saldato il loro conto: “Questi qui delle Cremolose ci provano ogni volta”. A voi l’interpretazione.
@Stef: il panino era secco e quasi insapore.
Mi sono svegliato male questa mattina, e leggere di una incazzatura del genere con relativa denuncia mi ha fatto sorridere. Un sorriso cattivo gustato con piacere per aver letto i nomi e i cognomi di chi fa il furbo.
E siccome mi sono alzato con il piede sbagliato, chiedo lumi a chi legge, forse qualcuno saprà rispondermi. Perché se tento di prenotare due esami diagnostici in un centro convenzionato devo aspettare 8 mesi mentre se nello stesso centro ci vado pagando (quasi 400 euro) il giorno dopo ho il posto? Non è forse il più grande conflitto d’interesse che abbiamo in Italia e che colpisce realmente tutti?
E bisognerebbe pure verificare se la tassa di occupazione del suolo pubblico viene pagata per l’INTERA SUPERFICIE occupata!
Grandissimo Gery! Una spremuta di energia e divertimento, pur nella – legittima – incazzatura.
@Gery: come progettavamo ieri, troviamo un finanziere e torniamo a fare uno spuntino a le Cremolose.
Ma questo locale non è tra quelli in affitto dal Comune di Palermo ad un prezzo ridicolo?
@Cetti:
Adesso ho ricordato anch’io questo particolare.
Infatti: “La ditta Le Cremolose di piazza Alberigo Gentili, che per un chiosco di 21 metri quadrati più una superficie occupata di 61 metri quadrati paga annualmente al Comune 6.717 euro l´anno (600 euro al mese), con contratto rinnovato nel 2008 fino al 2012.”
da http://palermo.repubblica.it/dettaglio/articolo/1633296
Dopo puttanopoli, Cremolosopoli.
Non male. Avanti così.
P.S. alla rapina sventata c’ero anch’io. Non ho aperto bocca, complice una birra fuori orario e la calura pregressa. Ma anche perché ero una maschera di ketchup e maionese. Ho avuto l’ardire di prendere un hot-dog (nel menù si chiama così il panino col wurstel, new york style9 e me l’hanno servito con un rettangolino di carta. Oltre a risparmiare sulle tasse e pasticciare sulle materie prime, il cremoloso lesina sui tovagliolini. Il mio motto, come in questi casi a Palermo è: mai più.
Forse col milite giallo verde. Poi basta.
Vi leggo e sorrido. E poi vi rileggo e risorrido. Quasi quasi ci vado anch’io. Per vedere l’effetto che fa.
mi assale un dubbio: ma perché avete preso un panino e non un tartufo al cioccolato?
@verbena: perché non avevo cenato.
Veramente io ho preso un waffel con gelato. Pistacchio e pinoli.
Molto buono e molto RC.
Costo cinque euro, come da menu.
Poi ho capeggiato la rivolta del pre-conto dicendo alla signorina alla cassa che al tavolo con me c’era anche un ufficiale della finanza e che quello pseudo-scontrino non era stata una scelta molto azzeccata.
Quindi è arrivato mio marito (il presunto finanziere) che ha cominciato a inveire contro la suddetta signorina dicendo che la prossima volta avrebbe chiamato la finanza, sbugiardandomi così, senza ritegno.
Abbiamo dato spettacolo, insomma.
Ci sarebbe da riempire un paio di faldoni, a quanto ne so. Anche sul recente cambio di gestione. (da quando spuntò il gazebo e si allargarono a dismisura). Mai più da quando mi fecero pagare un’acqua euri 2. Ma faceva caldo e avevo la lingua allappata…
Scusate l’intromissione, ma non esiste il numero 117 della Guardia di Finanza a cui segnalare quanto accade in questo posto? (Accettano anche le odiose segnalazioni anonime).
mai lette in una sola volta tante sciocchezze tutte insieme.
Se la signorina del panino si fosse attenuta al menù l’inconveniente dell’errore di prezzo non sarebbe accaduto, il computer non capisce l’inadeguatezza del cliente, da Mc Donald hai solo 28 referenze, da noi 315, ma il cliente inadeguato chiede sempre il 316°, quindi se alla fine si accorge di un errore, il minimo che può fare è solo di farlo notare.
Questo è il motivo perchè al tavolo viene portato il pre-conto, quando viene pagato contestualmente viene rilasciato lo scontrino.
involontariamente gli interlocutori si sono guardati bene dal dire di non averlo ricevuto, perchè avrebbero detto una solenne bugia.
Vorrei tranquillizzare inoltre chi si occupa di suolo pubblico, ne paghiamo per il doppio visto che abbiamo la concessione per altri spazi, ma per dare un servizio migliore abbiamo preferito ridurre i tavoli, ma il Comune non ci ha ridotto il canone.
Quando il signore si è spacciato per guardia di finanza non abbiamo battuto ciglio, perchè non abbiamo nulla da temere, di controlli ce ne fanno quanto basta, e questo forse ha invelenito la mano di chi queste cose scrive.
faccio notare a chi chiede l’intervento del 117, che il reato commesso nel qualificarsi come appartenente alle forze dell’ordine è penale, ma visto che non siamo quelli che vogliono farci apparire non sottoporremo quanto scritto alla Procura della Repubblica.
tutto questo la dice lunga sulla eventuale “sgarbatezza” del personale addetto, l’ineducazione solitamente risiede su chi ha torto, e mi pare di aver detto quanto basta perchè si capisca chi deve fare “mea culpa”.
dimenticavo due altri appunti, il chiosco è 16 metri quadrati, poco meno di una stanza, e 600 euro al mese di affitto non è poco, siamo oltre il costo al metro quadro di via Ruggero Settimo notoriamente la zona più cara della città, mentre il suolo pubblico viene pagato alla tariffa massima nonostante sia ubicato in seconda fascia, perchè è all’interno di una villa.
Consiglierei a chi gestisce questo blog di rivedere le parole chiave, scrivere “truffa” è una parola elencata nelle querele con risarcimenti al quale magari poi non possono fare fronte.
Ricapitoliamo. Il tale Roberto (che sarà qualcuno che ha a che fare con Le Cremolose e che non si prende la briga di firmarsi) dà dell’inadeguato al cliente che chiede una minima variazione a un panino del menu. E questo basterebbe a chiudere la questione e a certificare l’aria che tira da quelle parti: in quel locale chi chiede il prosciutto crudo al posto dello speck è inadeguato. E’ chiaro a tutti?
Solo che la questione del pre-conto è surreale. Si porta al tavolo un conto fittizio e si dà quasi del bugiardo a chi protesta per una simile pratica. Ma su questo abbiamo già scritto.
Per il resto ovviamente nessuno si è qualificato come finanziere o chissà che (Roberto “Le Cremolose” stia ben attento a parlare di reati con chi il codice penale lo conosce bene): è stato solo invocato l’intervento della Guardia di Finanza come può accadere quando ci si trova in situazioni imbarazzanti come questa. Del resto la ricostruzione degli eventi è sotto gli occhi di tutti.
Il lato grottesco della vicenda è che il signor Roberto “Le Cremolose” ci invita a fare mea culpa (noi, quelli ai quali si voleva appioppare un conto maggiorato e ai quali è stato presentato un simil scontrino). E come se non bastasse mi arriva una e-mail del presidente della Fedecommercio (che non si firma per esteso, anche lui) che mi invita a chiarire “perché si rischia di ingigantire qualcosa che è in definitiva aria fritta”.
Io sono ideologicamente contrario all’aria fritta e allergico alle sciocchezze. Il presidente anonimo per prima cosa dovrebbe interrogarsi sul perché un gruppo di privati cittadini decide di esporsi per raccontare un episodio sgradevole, senza guadagnarci nulla. Dopo, solo dopo, dovrebbe occuparsi dei suoi associati che blaterano minacce senza distinguere il diritto di critica dall’insulto.
Io mi dichiaro sin da ora inadeguato e mi seggo nella panchina di Piazza Alberico Gentili col mio panino con la frittata portato da casa.
Se l’anno prossimo qualcuno organizzerà un bel corso di formazione per avventori di bar e simili, m’iscriverò.
“Poi ho capeggiato la rivolta del pre-conto dicendo alla signorina alla cassa che al tavolo con me c’era anche un ufficiale della finanza e che quello pseudo-scontrino non era stata una scelta molto azzeccata.
Quindi è arrivato mio marito (il presunto finanziere)”
Questo è scritto nel blog, non ci inventiamo nulla e quindi dovrà certamente rivedere le sue nozioni di giurisprudenza, come per la parola chiave “truffa” che ha inserito nella nota, se non è in grado di produrre alcuna persona che non abbia ricevuto lo scontrino fiscale a seguito del pagamento, si astenga dall’insistere su questa strada come io, elegantemente, mi sto astenendo dalle considerazioni personali verso gli avventori in questione che sono stati da me tutti individuati in quanto sono stato sempre presente alle contestazioni di cui all’oggetto.
il riferimento all’inadeguatezza è semplicemente riferito ad una gestione computerizzata, se da Mc Donald chiede un hamburger con il pollo a posto della carne e con il condimento del big-mac, non sono in grado di farlo, non per mancanza degli ingredienti ma perchè il sistema non lo prevede.
“gli avventori in questione (…) sono stati da me tutti individuati”.
E allora?
“…sbugiardandomi senza ritegno”. Ha dimenticato di completare la frase.
“…gli avventori in questione che sono stati da me tutti individuati”, mi devo aspettare un checkpoint charlie all’angolo della piazza e controlli che verifichino la mia adeguatezza di cliente?
Due chiarimenti, signor Roberto:
Primo. Se io vado da McDonald e chiedo un Big Mac senza formaggio (perchè io lo mangio solo così), me lo fanno senza battere ciglio. Il suo complesso di inferiorità nei confronti del noto fast food americano dovrebbe spingerla a rivedere un po’ il sistema di gestione degli ordini, e soprattutto del cliente.
Secondo. Ma se noi avessimo lasciato la cifra richiesta nel porta pre-conto, magari con la mancia (chissà!), cosa avreste fatto voi? Ci avreste inseguito fino alla macchina per consegnarci solennemente il VERO scontrino?
La frase da lei citata è stata scritta da una commentatrice ed è da lei riportata in maniera impropria. Infatti se da un lato contiene un innegabile elemento di plauso al locale (la qualità del waffel) dall’altro si conclude dicendo che mai nessuno si è presentato come finanziere (“…sbugiardandomi così senza ritegno”).
Quindi è evidente a tutti (anche a lei, scommetto) la buona fede del testo.
Quanto alla parola truffa che NON è contenuta nel testo del post, le comunico che i tag sono universalmente scelti in base a criteri informali e personali. E NON rappresentano opinioni o dati di cronaca. Certo, nell’Italia Berlusconiana si arriverà pure alla censura dei metadata. Ma al momento nessun provvedimento di revisione normativa è stato in tal senso completato.
IL cliente inadeguato ha sempre torto.
Siamo tutti vittime di un SISTEMA.
Solo per fare un esempio su centinaia in città: da Di Martino in via Gaetano Daita gestiscono le ordinazioni con il medesimo sistema computerizzato che è usato da Le Cremolose. Frequento Di Martino da quando esiste e sia a me, sia a chiunque ci sia stato con me è accaduto varie volte di chiedere il cambio di qualche ingrediente dei panini o delle insalate e non ci è mai stato portato un conto sbagliato. Né ci è stato recapitato il pre-conto.
In ogni caso, se un panino “Tirolese” di Le Cremolose viene scambiato dal sistema elettronico per un panino “Carpaccio” – sebbene il “Tirolese” abbia svariati ingredienti in meno – come mai il computerino non gli attribuisce il prezzo del “Carpaccio” (che è già più costoso) ma addirittura un prezzo ulteriormente maggiorato?
Signor Roberto, la spiegazione non mi fu data quel giorno al tavolo (quando la chiesi) né alla cassa perché non reggeva, come non regge adesso fornendola qui con questo arrampicarsi sugli specchi.
Aggiungo: di locali che portano il cosiddetto pre-conto ce ne sono tanti (è un loro promemoria per tenere sott’occhio le ordinazioni, cosa che all’antica si faceva con carta copiativa e penna), ma o lo lasciano sul tavolo subito dopo aver raccolto le ordinazioni stesse oppure lo consegnano INSIEME allo scontrino.
Signor Roberto: ci dobbiamo rivolgere all’Adiconsum, alla Federconsumatori, al Codacons, o ci chiede scusa, evita d’ora in poi i pre-conti al posto degli scontrini e la chiudiamo qui? Le ricordo che lo stesso inconveniente a noi è successo anche un’altra volta. Errare è umano, ma perseverare…
@abbattiamo: io mi rivolgerei a Giovanni dell’adiconsum. Ma anche Andrea della Federconsumatori risponde prontamente. Sennò resta Arnoldo del Codacons, ma batte un po’ la fiacca.
Sul fatto che sono ormai identificato (c’ero anch’io, la sera dei lunghi pre-conti): poco mi importa. Ho già comprato un paio di parrucche e dei baffi finti. Mi ripresenterò, ricco e travisato meglio del conte di Montescristo. Anzi, il pre-conte di Montecristo.
Colpa nostra. Se tutti avessimo la sana abitudine di sorridere e chiedere SEMPRE il nostro scontrino al panettiere, al parrucchiere, alle Cremolose, al lavagista, al fioraio, otterremo importanti benefici effetti: una drastica riduzione dell’evasione fiscale, la difesa degli alberi della foresta amazzonica, la soppressione degli odiosi pre-conti.Come accade in altri paesi si potrebbe adottare anche un sistema fiscale che preveda il pagamento di una tassa fissa e l’abolizione di tutti gli scontrini, e ritornerebbero gli antenati del preconto, i pizzini sui block notes.Ma io devo ricordare in quale ristorante ti portano una ricevuta fiscale che non è una ricevuta, e nemmeno un preconto. Solo che non ha numero progressivo, solo la data. Poi la porti dal commercialista e quello ti dice: signore, questo foglietto lo usi in altro modo…
Sig. Roberto, io credo che i fantastici quattro siano arrivati nel suo locale con tutt’altro intento che attaccare briga, o di spacciarsi per finanzieri (finanzieri, mica mafiosi).Fossi in lei avrei chiesto scusa. Di presenza. E stop. Il pre-conto. Ma mi faccia il piacere!
posso scrivere in siciliano ?
Ma cu è ca sa muffittio col sig. Roberto che qui si parlava di pre-conti e cremolose ?
Propongo un flash-mob ad hoc. Tutti a mangiare pani ca meusa inadeguati da 1,50 euro tutto attorno alle Cremolose, tanto è suolo pubblico inadeguato e nessun cremoloso potrà proporci pre-conti adeguati
Io ci sto!
io mi porto un rotolone ReGgina.
Io vi aspetto sempre alla panchina col mio panino con la frittata portato da casa.
In questo caso (pani ca meusa) il sistema informatico delle ordinazioni avrà il problema delle classiche varianti?
Focaccia, mezza mafalda, schetta, maritata, formaggio, limone, con o senza scannarozzato?
Una cosa è certa però: prezzo bloccato e birra Forst.
La mezza mafalda schietta potrebbe costare più della focaccia maritata.
Così come il vecchio Grigorji era più giovane del giovane Grigorji.
Dipende dalla pre-sugna e dal pre-taccagghieddu. Non so che sto scrivendo, ma è così. E sùsiti.
Siamo tutti identificati e schiavi del sistema (motto del giorno).
E’ vero,.
Ormai siamo tutti solo dei numeri del cosiddetto Sistema Binario.
Peccato che in Itaglia quello binario è morto.
Morto un Papa se ne fa un altro.
E’ morto il re, viva il re.
Ah, per concludere:
non esistono più le mezze stagioni.
quello=quel
Maschi con i capelli lunghi…femmine con i capelli corti… non si capisce più niente.
Ha da veni’ Baffone
Una volta si dormiva con le porte aperte.
Sì, perché non c’era niente da rubare.
E’ tutto un magna-magna
la vera mafia è a Rroma
Un padre li campa cento figli e cento figli non campano A un padre
Ma perchè, un bello pane con la mortadella e birra Foster no?
ma anche un panino con lo SPEAK e la RUGOLA ( o rughetta o ruchetta che dir si voglia).
E come dessert, una graf con la crema. O una briosch col gelato.
aviti u sivu ?
In effetti anticchia ri trippu c’è, alla levitana.
Pane colla cotognata.
Uovo cioroso, sarde salate e vino coll’aranciata. Perché a mio compare in pietra non ci piace.
Una bella ines co ricotta come antiriflullo castrico (la ricotta fa da tappo).
Ieri sera invece mi ho mangiato un molone che era tropppo bello, mondiale.
Per diggerire mi ho bevuto una passoda invece, la spuma era troppo gasssata.
Cacciatorino,
non sapevo che la brioschi si poteva prendere con il gelato, a saperlo… io di solito la sciolgo nell’acqua, con un pizzico di bicabbonato, che male non ci fa.