Kindle, per esempio

Due giorni fa parlavamo di internet e crisi dei giornali. Qualcuno ha chiesto: e allora che si fa?
Più che una risposta ho un suggerimento che rimanda a Kindle, un aggeggio che potrebbe rivoluzionare il futuro della carta stampata.
La nuova evoluzione dell’e-book marchiata Amazon è una di quelle diavolerie tecnologiche che sta a metà tra la scoperta copernicana e il bluff berlusconiano. Finora il mercato anglosassone ha mostrato di gradire libri e giornali compressi su uno schermo da sei pollici. Ma noi italiani siamo molto più pigri in fatto di lettura. Persino le favole, più che leggerle, preferiamo averle raccontate (anche in età adulta e non da parenti).
Il sistema editoriale italiano dovrebbe quindi studiare una strategia diversa, se decidesse di sfruttare il Kindle. I costi dell’apparecchio non sono indifferenti (a partire da 299 dollari) quindi un’idea potrebbe essere quella di fornirlo con agevolazioni economiche (comodato, rateazione, sconti). L’abbonamento al quotidiano telematico garantirebbe, a prezzi molto più vantaggiosi, la fruizione completa di tutte le pagine del giornale con, in più, la possibilità di archiviare dati, prendere appunti, trattare il testo. Nello stesso tempo l’editore sarebbe sgravato dai costi della carta: mica male, no?
Alla fine ognuno avrebbe il proprio giornale ogni mattina sul suo Kindle regalando all’ambiente un enorme risparmio energetico (rotative, mezzi per la distribuzione).
Solo che, come al solito, ci vuole qualcuno che si rimbocchi le maniche e che si convinca che non è scritto in nessun comandamento che la tecnologia in Italia debba mantenere un ritardo di cinque anni rispetto al resto del mondo.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

5 commenti su “Kindle, per esempio”

  1. Io sono da sempre molto attratta dalle novità tecnologiche. Diciamo pure che il progresso non mi spaventa e trovo che la componente nostalgica sia il freno all’evoluzione degli strumenti. Insomma, secondo me bisogna assecondare, senza subirli, i cambiamenti, adeguarsi con senso critico.
    Però c’è una cosa che non mi convince del Kindle come “contenitore di libri” (migliaia!). Non si può negare che i volumi, intesi come carta, peso, copertina, dorso, abbiano anche un ruolo “espositivo” nella vita di chi legge.
    Riempire poco a poco gli scaffali della propria libreria di casa con i libri letti, soddisfa un’esigenza estetica. E poi, scorrere i titoli, ricordare i contenuti, cose che con Kindle verrebbero meno. Lo trovo invece utilissimo in viaggio, quello si.

  2. Cara Contessa, il problema della soddisfazione estetica è stato superato in altri campi, come ad esempio quello della musica. Oggi il file mp3 ha sostituito dischi, cd, copertine. Capisco la sua perplessità, che è anche un po’ mia, però almeno per i giornali vale la pena di provare. Del resto alla pila di vecchi quotidiani impolverati non si rinuncia con dispiacere.

  3. Concordo con la Contessa: lo utilizzerei solo in viaggio, ma mai, per niente al mondo rinuncerei al piacere dei libri, all’odore della carta, al ruomore che la matita quanto si sottolinea una frase. Una casa senza libri è improponibile.

  4. Una casa senza libri, un corpo senza anima. E adesso spogliati come sai fare tu!
    Conservo solo la pagina in cui appaiono le mie cose: fino a quindici anni fa, in preda a feticismo compulsivo, acquistavo due copie del periodico che mi pubblicava anche uno scarabocchietto. Sono guarito, e addirittura apro voluttuosamente i libri che leggo: nel senso che non mi preoccupo più se la rilegatura regge o meno. Nessuna psicoterapia, solo in grande ribasso un masochismo insopportabile. la carta è carta, e noi non possiamo farci niente.

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