A proposito di Cesare Battisti

Ci sono casi in cui la virtù letteraria diventa vizio. E ciò accade quando un criminale svela il suo lato intellettuale e di successo.
Cesare Battisti, terrorista condannato in via definitiva per quattro omicidi commessi in Italia negli anni Settanta, ha ottenuto la protezione del Brasile (dopo quella, fondamentale, della Francia) che ci ha anzi additati come fessi, retrogradi, incivili ma che ci ha evitato, almeno per ora, il gesto dell’ombrello.
La difesa istituzionale di un assassino ha molte chiavi di lettura, soprattutto in questo caso. Per brevità, ne voglio prendere in considerazione una sola: quella che conduce (o parte?) dall’ignoranza.
Nel 2004, un giornalista del settimanale Marianne, dopo aver scritto che la condanna di Battisti era stata emessa “per fatti non commessi”, confessò a Panorama “di sapere ben poco del dossier giudiziario di Battisti”. Nello stesso periodo Erri De Luca scrisse (sempre sui giornali francesi) che Battisti apparteneva a una “generazione di vinti”, saltando a piè pari la considerazione che il tizio in questione faceva parte in realtà di un sodalizio di criminali. Costoro, con acrobazie illecite ed evasioni, si erano sottratti al destino che madre natura, religione, buona politica e norme civili hanno in calendario per chi ha una colpa: espiare la pena.
Il terrorismo ha fatto in Italia quasi 350 morti e circa 750 feriti (cifre dell’Associazione vittime del terrorismo). Le pallottole sono di piombo e, anche se accompagnate da una citazione filosofica, da una frase di Bernard-Henri Lévy o da una semplice preghiera, generalmente uccidono. Gli ideali non sono né giubbotto antiproiettile né lasciapassare.
Non era stata dichiarata una guerra negli anni Settanta: che senso ha parlare quindi di vinti?
Chi ha voglia di approfondire le radici di un certo atteggiamento francese – perché è dalla Francia che parte il caso Battisti – si documenti sulla dottrina Mitterand che ammetteva l’asilo per i terroristi italiani purché rinunciassero alla lotta armata. Il cardine di tale linea di pensiero (ineluttabilmente politica) era la certezza che in Italia non fossero possibili processi giusti. Una generalizzazione che fa a pugni con la statistica: come dire che tutti i terroristi subiscono ingiustizie nel nostro Paese e nessuna corte giudiziaria azzecca un verdetto che ben si abbini a una Raclette e a un bicchiere di Bordeaux.
L’intellettuale Battisti, autore di decine di volumi (mi dicono ben scritti), secondo quest’ottica inaccettabile, non può che essere innocente. Il mondo della cultura è il peggiore tribunale che si possa incontrare. Perché inventa intoccabili nel nome del corporativismo.
No, no e no.
Nel cielo dell’arte, le nuvole non si spostano per avere un’ombra di comodo.

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

60 commenti su “A proposito di Cesare Battisti”

  1. Gery, ben detto. Se costui è un assassino (come a quanto pare è) vada al diavolo: tout court. In brasiliano come si dice? E non leggerò più Fred Vargas.

  2. Ne deduco che chiunque sia accusato di crimini possa scegliere di sostenere la propria innocenza sottraendosi a un processo ed evadendo. Se vale per Battisti deve valere per tutti. E allora aboliamo i tribunali, le corti d’assise, la magistratura, i giudici.
    Se quest’uomo è innocente, deve dimostrarlo di fronte alla legge italiana. Il contrario sarebbe un’ingiustizia per quanti, di contro, l’hanno fatto, sopportando anche una improvvisa fino all’ultimo grado di giudizio che ne ha determinato l’innocenza. E, secondo la legge, le sentenze di colpevolezza o assoluzione le emettono i giudici, non gli intellettuali e gli artisti amici. Nel 2004 partecipai con mia moglie a una una petizione online contro l’estradizione di Battisti. Qualche giorno fa ho chiesto che le nostre firme siano cancellate, almeno fino a quando non avrò chiarezza e “certezze certe” sul personaggio e sulle sue responsabilità.

  3. Quoto il Cacciatorino: se si è innocenti, non basta proclamarlo. Si può e si deve dimostrare davanti ai giudici. E in questo caso, se Battisti ha timori di persecuzione, l’attenzione di una parte dell’opinione pubblica che lo sostiene può costituire per lui garanzia di linearità nel procedimento.

  4. D’accordo su tutta la linea, e mi chiedo come sia possibile nutrire ancora dubbi e perplessità sull’argomento.

  5. @Angolo nero. Conosco abbastanza bene le pagine e il sito che hai linkato. Scelgo di non dare assolutamente credito a quella versione per svariati motivi (alcuni dei quali emergono dal mio post). Dico solo che la strisciante assoluzione che si fa dei Proletari Armati per il Comunismo è una non troppo originale operazione di revisionismo. Come riverniciare un’auto arrugginita e spacciarla per l’ultimo modello.

  6. Il solo fatto che Battisti sia stato condannato, con sentenze passate in giudicato, per reati commessi contemporaneamente in luoghi diversi non vi fa sorgere qualche dubbio sull’infallibilità dei tribunali?
    Lo stesso fatto – le sentenze passate in giudicato – rende attualmente impossibile una difesa davanti a un tribunale, che, come qualcuno giustamente sostiene, dovrebbe essere la sede adatta al contraddittorio.
    Non tutti sono “eroi” come Sofri, disposti a farsi anni di galera per reati di opinione, per essersi trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato o perché qualcuno ha fatto il loro nome in cambio dell’impunità.
    Il sistema legale, allora in stato di emergenza, ha generato delle aberrazioni e non si è mai preso la briga di correggerle.
    La strisciante assoluzione dei PAC?? Ma dai. Questo è solo accanimento contro Battisti. Vogliamo parlare della plateale immunità e impunità di cui gode Delfo Zorzi? Non che un errore ne giustifichi un altro, ma la disparità di trattamento è palese e, francamente, sospetta.

  7. Le sentenze possono essere aberranti talvolta, e non sto riferendomi a nessun caso in particolare. Ma la lotta armata aberrante lo è sempre.

  8. C’è, di fondo, una logica che non condivido. Se tutti quelli che sostengono di essere vittime di un processo iniquo fuggissero all’estero, rinunciando alla difesa (per motivi più o meno ideologici), si assisterebbe a un’ondata migratoria. Potrei anche ipotizzare che non tutti avrebbero la fortuna di essere supportati da un gruppo di opinione di valore, di gran prestigio e munito di argomentazioni come quello di Battisti. E’ vero, viviamo in un sistema imperfetto. Ma anche se fosse il più imperfetto del mondo, la fuga – giustificata o meno – fa pendere la bilancia dell’imperfezione sul giudicato. Secondo: la fuga sottrae sì la vittima a un’ipotetica ingiusta condanna, ma dà anche un colpo di spugna alle sue eventuali responsabilità. Io posso anche credere che Battisti sia un uomo senza macchia, privo di responsabilità criminali dall’età della ragione. Ma vorrei anche prove che escludano il contrario. Una levata di tacchi non risolve il dubbio.

  9. Ho capito, siamo vittime di un’allucinazione generale. Battisti è un galantuomo e tutte le corti italiane che lo hanno giudicato hanno aderito a un gigantesco complotto. Persino quelli della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che nel 2006 hanno dichiarato inammissibile perchè manifestamente infondato il suo ricorso contro l’estradizione dalla Francia in Italia, sono dei delinquenti liberticidi e pure fascisti.
    Mi sembra, poi, assai singolare l’attacco ai “pentiti” che fanno nomi a casaccio in cambio dell’impunità. Se non si trattasse di Battisti e si trattasse di un pinco pallino, ci sarebbe da evocare atmosfere che appartengono a una certa classe politica italiana che ha più inquisiti nei suoi gruppi parlamentari di quanti ne siano stipati all’Ucciardone. Ma, in molti salotti del centrosinistra, fa chic assumere (per personaggi particolari) posizioni che farebbero rabbrividire persino Dell’Utri e compagnia bella.

  10. Io provo sempre a mettermi nei panni “scomodi” del protagonista della vicenda, escludendo il mio sentimento di giustizia, in parte anche comodo se consideriamo che non ho commesso reati in tutta la mia vita tranne che prendere qualche multa. Se fossi al posto di Battisti farei la stessa cosa, infischiandomene dell’opinione di C&C e di tutti quelli che hanno espresso un’opinione in questo blog. Ci sono sentenze nel nostro paese che non sono rispettate in qualsiasi direzione, a partire dal governo fino all’opposizione. L’apertura dell’anno giudiziario sta a testimoniare che il problema non è una macchietta di sugo sulla camicia. Poi ci sono vendette personali travestite da istituzioni, interessi politici e religiosi, ideologie e comodità elettorali. Come si può pensare che un processo venga eseguito regolarmente? Sapere di essere nel giusto non basta, considerata l’attuale situazione politica e giudiziaria. Se fossi Battisti prima di accontentare le richieste sacrosante dei lettori di questo blog, dovrei prima assicurarmi che venga rispettata la certezza di un processo equilibrato. Senza queste garanzie sinceramente dei miei buoni propositi e della presunta innocenza non saprei cosa farmene.

  11. Dell’allucinazione collettiva di cui parla Gery oltre a tutti quelli del blog è rimasto vittima anche Saviano. Che ha chiesto espressamente al sito di Carmilla di cancellare la sua firma dalla vecchia petizione cui ho accennato prima. Qui il suo intervento:

    http://www.carmillaonline.com/archives/2009/01/002912.html#002912

    Non voglio essere stronzo, ma mi verrebbe da dire: “Ora come la mettiamo”? Mi sa che qualcuno si sentirà un po’ tra l’incudine e il martello, da queste parti.

  12. Non ho capito: fino a ieri nessuno sapeva chi fosse quest’uomo e cosa avesse fatto, adesso se ne fa pure una ragion di stato, salvo ritorni la neve e i giornali si occuperanno d’altro per parlare della fine delle mezze stagioni. E’ sempre una questione emotiva: che sia un’appello contro l’estradizione o un processo dovuto. Chiediamoci se ci siano le condizioni per un processo giusto, sapere che Battisti sia colpevole a me personalmente non basta.

  13. Saviano è sotto scorta, protetto dallo Stato. E’ chiaro che, con il clima di questi giorni, non poteva lasciare la propria firma sotto una petizione per un terrorista, petizione che aveva firmato nel 2004 quando era uno sconosciuto totale (Gomorra è del 2006, sfido chiunque qui a dire che lo conosceva già prima). E’ evidente che ritirare la firma è un atto dovuto, l’imbarazzo si sente, ci tiene a precisare che stima Carmilla (e infatti ci ha pure scritto sopra in passato, redattori di Carmilla lo hanno intervistato, su quel sito sono uscite alcune tra le analisi più illuminanti su Gomorra, che infatti Saviano ha riproposto sul suo sito ufficiale.
    Ad ogni modo, non è che tutto quello che fa e dice Saviano sia il Verbo, il fatto che lui ritiri la firma che c’entra con le argomentazioni sulla disinformazione mediatica? Da anni e soprattutto in questi giorni i media ci ripetono ossessivamente che Alberto Torregiani è in sedia a rotelle perché gli ha sparato Battisti. Solo che Battisti non c’era, quel giorno, lo dice anche la sentenza di condanna. Lui è stato condannato per concorso morale, perché secondo un pentito era alla riunione in cui si decise di colpire Torregiani. E il figlio di Torregiani, per un tragico scherzo del destino, non fu colpito dai terroristi ma da suo padre che rispondeva al fuoco (suo padre aveva già fatto fuoco in un ristorante qualche giorno prima, durante una rapina, causando anche la morte di un avventore).
    A prescindere da quello che uno può pensare di Battisti, questa è grottesca disinformazione. Si può essere colpevolisti anche senza scrivere cazzate a ogni pie’ sospinto.

  14. Nessuno qui sta facendo disinformazione. C’è un civile confronto aperto a tutti: ragionare è l’esatto contrario dello scrivere cazzate.

  15. @aldo fontana: me l’aspettavo. Allora riassumiamo: 1) Saviano è a furor di popolo un eroico e lucido osservatore finché non ritira la firma a sostegno di Battisti. A quel punto lo si dipinge imbarazzato, quasi vacillante nel suo sacrosanto diritto di cambiar opinione. 2) La magistratura funziona – anzi, deve funzionare, contro ogni tentativo di ingerenza esterna – finché non si parla di un Battisti. Lì, l’immagine si trasfigura in un antro di inquisitori. 3) Su un blog si fa informazione finché ci si uniforma al sentire comune di un gruppo di persone dotate di scienza, coscienza e moralità infuse. Ma guai a opporre qualche dubbio: a quel punto si fa addirittura disinformazione. Poi scatta il vittimismo: il presunto strisciante “attacco” a Carmilla (e questa è la più grossa cantonata nel suo intervento). Tengo a precisare che pure io sono un lettore di Carmilla da tempo, che sono stato recensito meravigliosamente per i miei romanzi sullo stesso sito, che ci scrivono anche dei miei amici oltre che colleghi, ma né questo, né il suo piglio piccato smuovono di un millimetro il mio diritto di esprimere dubbi e incertezze su qualsivoglia argomento. La inviterei inoltre, prima di emettere giudizi trancianti, o meglio chiudere il discorso con quel poco educato “sparare cazzate” a informarsi sulla storia e le idee di chi scrive su questo blog. La sua reazione è la replica di uno spettacolo stantio al quale ho assistito mille volte. Si conclude con il marchio di colpevolisti, come da copione. Già che c’era poteva aggiungere che siamo dei fascisti, così la faceva completa.

  16. Vorrei invitare alcuni Illustri opinionisti a a leggere il libro di M.Calabrese”Spingendo la morte piu’ in la’.E’ da valutare anche lo stato attuale della civile e democratica republica brasiliana !!!!!!!!che intende e pretende dare lezioni ad una italia che e’ stata anche la patria del diritto(malgrado tutto)quando in brasile erano ancora all’eta’ della pietra.

  17. quelle su cesare battisti sono tutte cazzate…al posto di parlare a vanvera leggete i libri e capirete tutto l imbroglio che ce sotto il processo su cesare battisti e capirete e poi ci sono le prove che lui nn ha commesso nessun omicidio

  18. Qui nessuno parla a vanvera e qualche libro lo abbiamo letto. Di certo diverso da quelli che ha letto lei.

  19. ERESIA
    il cacciatorino”Se quest’uomo è innocente, deve dimostrarlo di fronte alla legge italiana”

    Raffaella”Se si è innocenti, non basta proclamarlo. Si può e si deve dimostrare davanti ai giudici”.

    NESSUNO DEVE PROVARE LA PROPRIA INNOCENZA, E LA COLPEVOLEZZA CHE VA PROVATA

  20. Arrivo su questo sitarello solo ora, sospinto dall’interesse attuale che i media dimostrano per il caso Battisti, quasi fosse improvvisamente in gioco il destino della lotta statuale al terrorismo degli anni di piombo (ma MAI che si parli delle bombe nelle piazze, delle stragi – e dei segreti – di Stato, eh…figurarsi! Quello è tabù…almeno fino a quando tutti i giovani non si saranno convinti che furono le BR a compiere le stragi come quella di Bologna! Il riferimento è a questo articolo: http://bologna.repubblica.it/dettaglio/la-strage-del-2-agosto-furono-le-br/1685699 ). Non entro nel merito dell’affare Battisti perchè – si disgusti pure: ne ha facoltà! – neppure mi interessa sapere se all’epoca abbia davvero ucciso qualcuno o no. Mi interessa la questione che sta a monte del caso specifico: la repressione di Stato (ben analizzata da Luther Blissett Project/WuMing nel loro “Nemici dello Stato: criminali, mostri e leggi speciali nella società di controllo”, di cui fornisco l’indirizzo per leggerlo liberamente online), la libertà statuale di spiare, sequestrare, torturare, ammazzare, incarcerare “democraticamente” e “legalmente” (altrimenti c’è sempre il segreto di Stato, come per il caso Abu Omar…) senza che nessuno osi dire MA o BA. Qualcuno vuole, di grazia, parlarne? Oppure si preferisce chiudersi nel proprio piccolo mondo di piccole sicurezze borghesi (mi riferisco a quello sprezzante “qualche libro lo abbiamo letto. Di certo DIVERSO da quelli che ha letto lei” dell’autore del sito)? Qualcuno ha frignato prima di lui “aboliamo i tribunali, le corti d’assise, la magistratura, i giudici”: ha centrato il punto, bravo! Se quei tribunali sono in grado di inventarsi “malori attivi” come quello del Pinelli presunto suicida, se sono capaci solo di sbattere dentro i clandestini e non i rappresentanti delle forze dell’ordine colpevoli di crimini atroci, se siamo un paese del terzo mondo privo del reato di tortura…e chissà quanti altri “se” si potrebbero aggiungere…che senso ha che quei tribunali continuino a lavorare fingendo che la legge sia uguale per tutti quando palesemente NON lo è e che questo sia uno stato di diritto quando egualmente NON lo è? “Se quest’uomo è innocente, deve dimostrarlo di fronte alla legge italiana”, chiosava subito dopo lo stesso commentatore; che si stesse riferendo a Berlusconi? Giammai. Berlusconi non si tocca. Lo Stato non si giudica. Contano di più, nelle aule dei tribunali così come nella psiche collettiva, le poche decine di morti ammazzati dai terroristi rispetto alle centinaia, migliaia di morti ammazzati sul lavoro da un sistema di sfruttamento orribile o di morti ammazzati in guerre coloniali che abbiamo chiamato per comodità “di pace”. CHI è il terrorista? Pinelli o chi l’ha buttato giù? Chi spara a una divisa o chi in divisa spara ad un civile, sia essa una bimba di 12 anni in Afghanistan o un ragazzo che torna dalla discoteca a Ferrara?
    Tutto questo non significa pretendere che Battisti non si tocchi nè si giudichi, ma significa chiedere più attenzione per il giudizio che si dà di un uomo, del suo percorso storico e delle scelte di una intera generazione che aveva imparato a capire, ad indignarsi e a ribellarsi invece di arrendersi ipocritamente al sistema lobotomizzante del capitalismo e del consumismo (ed infine del berlusconismo, che solo in Italia o in Sudamerica poteva attecchire). Lo scelga Lei chi è più criminale tra Battisti o Cossiga, se ne ha il coraggio: lo scelga! Lo dica! Giorgiana Masi non l’ho uccisa io, Carlo Giuliani neppure, Federico Aldrovandi nemmeno, Stefano Cucchi neanche, e degli immigrati rinchiusi nei CPT i nomi non li posso ricordare… Se tutto questo per Lei è GIUSTIZIA DI STATO, beh a me e a tanti come me questa giustizia ci ripugna, ci fa schifo e – almeno con le parole, come Erri De Luca – continueremo a combatterla mentre voi continuerete a stendere democraticamente tappeti rossi ad ogni forma di autoritarismo.

  21. E’ vero. I giudici e non gli amici dell’imputato. E i giudici – che piaccia o no – lo hanno già dimostrato: Battisti è stato condannato in contumacia all’ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per aver commesso quattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo.

  22. I giudici, i giudici, i giudici…! I giudici però non hanno potuto dimostrare che gli uomini del Sismi (la premiata ditta Pollari & Mancini) fossero colpevoli riguardo al sequestro di Abu Omar, poichè ritenuti “non giudicabili” a causa del segreto di Stato imposto sulla vicenda. E questo è solo un caso – ma esemplare – di come lo Stato intenda la giustizia. Evidentemente a voi “democratici” sta bene così.

  23. Lorenzo, ma che c’entra il caso di Abu Omar con gli omicidi di Battisti? Il suo qualunquismo confusionario pretende di mescolare gli eventi come fa qualsiasi negazionista. Ci manca solo che adesso ci rimproveri perché crediamo ancora nello sbarco dell’uomo sulla luna, perché siamo convinti che Paul McCartney non è morto, perché ci ostiniamo ad arrenderci all’evidenza.
    Io contesto le deviazioni del Sismi, detesto il regime berlusconiano, ritengo che le riforme giudiziarie in atto e in progetto in questo Paese siano molto pericolose. Non sono nato ieri (ahimé!) e mi annoiano certe affermazioni superficiali tipo: “Chi è più criminale tra Battisti e Cossiga?”. Non ho alcuna simpatia per l’ex presidente della repubblica, ma credo che certi slogan (pronunciati per giunta in maniera tanto anonima quanto virulenta) siano puerili.
    Ora, siccome non voglio tediare né lei né i lettori di questo blog, le chiedo di sviluppare altrove questo tema con simili argomentazioni.
    Se lei ritiene che “noi democratici” apprezziamo una giustizia di Stato che invece a voi fa schifo, la prego di riflettere sul senso delle sue stesse parole: se uno non crede in una giustizia di stato in cosa deve credere, in una giustizia privata?
    Cordialità

  24. “ma che c’entra il caso di Abu Omar con gli omicidi di Battisti?”

    Sapevo che me lo avrebbe chiesto. Che c’entrerà mai? C’entra il fatto che lo Stato si arroghi il diritto di giudicare chi gli pare, con le regole che gli pare e solo se gli pare! Perchè di questo stiamo parlando, mica del solo caso Battisti. E’ necessario contestualizzare gli eventi per comprenderli, troppo facile sentenziare: ‘abbiamo un assassino, giudichiamolo!’ in un paese in cui la storia si dimentica il giorno dopo ed in cui certi processi (a chi ruba un salame) si fanno per direttissima ed altri (a chi ruba miliardi) vengono invece allungati all’infinito nel mentre che si accorciano i tempi di prescrizione. Per non parlare appunto dei torturatori/sequestratori di Stato del caso Abu Omar: per me i terroristi SONO LORO! Chi ha stabilito infatti fino a che punto si può spingere lo Stato? Chi ha deciso che ancora nel 2009 sia possibile utilizzare il segreto di Stato per coprire nefandezze democratiche d’ogni sorta? Chi ha organizzato il battage mediatico per infangare Battisti e non invece Pollari & Mancini? Immagino bene che tutto questo Lei lo sappia come e meglio di me, beh sa che Le dico? Che qualcuno si è stancato di doverlo accettare in silenzio.

    “se uno non crede in una giustizia di stato in cosa deve credere, in una giustizia privata?”

    No, in una TERZA via. Se lo Stato è diretto da chi deve pensare a difendere i soli interessi della propria classe (e nel caso odierno ci possiamo infilare in mezzo un po’ tutto, dalla P2 alle Mafie) evidentemente gli interessi e i diritti degli altri non saranno curati da nessuno, come ben dimostrano gli episodi di repressione criminale che si susseguono nelle strade e nelle carceri. Perchè nessuno parla di terrorismo di Stato o di fascismo? Perchè si vogliono dipingere questi fatti come errori compiuti da “poche mele marce” (ne è pieno l’albero invece, parrebbe!), così come nei ’70 c’erano i “compagni che sbagliavano”? Ognuna delle due parti difende il proprio orticello, MA NON C’E’ UNA PARTE BUONA O GIUSTIFICABILE! Ce n’è solo una vincente, per sole ragioni di forza; è sufficiente questo per considerarla accettabile?
    Si rilegga Wu Ming, si rilegga De Luca. Pazzi visionari? Pazzi gli estremisti che moderatamente e democraticamente continuano ad accettare non la giustizia, ma le mille ingiustizie di Stato.

    Scusi se L’ho tediata, non accadrà più… Sa, è la superficialità puerile di chi non ne può più di leggere stupidaggini come “Non era stata dichiarata una guerra negli anni Settanta: che senso ha parlare quindi di vinti?”. La guerra è ogni giorno, forse Lei non se ne è ancora accorto o forse sta aspettando che Berlusconi faccia una dichiarazione ufficiale.

  25. L’idea di prendere i Wu Ming come punto di riferimento ideologico si commenta da sola.
    Povera Italia. Da qualunque lato (non latitudine) la si guardi.

  26. A margine. Mi piace precisare, che lo si creda o no (basta saper leggere) che questo blog si è parlato spesso di terrorismo di stato e di fascismo. Magari tra le righe. Con ironia e con intelligenza, per quanto si può, non brandendo libelli da quattro soldi e striscioni con slogan preconfezionati o ricostruzioni storiche unilaterali. Comodissime, perché mai suscettibili di dubbi e di controversie: pena il comizietto e l’offesa con la bava alla bocca. Ma capisco che la sottigliezza non è roba che si trova al mercato delle erbe. E’ molto più economico, sul piano del dispendio cerebrale, sparare – ora lo dico io – cazzate. Spesso con un’arroganza che è parente prossima dell’ottusità. Che tristezza, reputarsi “oltre” ed essere “retro”. Ma non “retro” così… retrissimo. Ai limiti del patetico. Sono contento di essere schifosamente “democratico”, se l’alternativa è quella che vedo e che leggo. Chiuso.

  27. Scusate se ritorno, ma almeno Palazzotto mi ha risposto restando sul tema, non con risatine e commenti provocatori, nell’incapacità di svolgere una critica precisa. Potete ghignare quanto vi pare riguardo a Wu Ming (che nessuno ha idolatrato, ma le cui analisi meriterebbero un po’ di rispetto, visto che si elevano vistosamente rispetto a certe scemenze che si leggono qui), ma resta il fatto che se è vero che “le pallottole sono di piombo”, quantomeno si dovrebbe dire che lo sono quelle sparate da ENTRAMBE le parti; dopodichè, bisognerebbe inserire certi eventi in un contesto storico ben preciso, mentre si preferisce semplicisticamente assolvere qualcuno e puntare il dito solo su qualcun altro; e bisognerebbe avere la capacità di notare che la “difesa istituzionale di un assassino” in Francia/Brasile trova qui come controparte la difesa istituzionale di torturatori e assassini a mezzo stampa (La Russa e Giovanardi che “giustificano” l’omicidio di Cucchi o comunque difendono le FfdO, cosa che accadde del resto con il “punkabbestia drogato” Giuliani, il cui processo-farsa fu chiuso in 4 e 4 otto), con metodi illegali (si sta fortunatamente svolgendo il processo Aldrovandi-bis sulla copertura e l’omertà di cui han goduto gli agenti condannati…ma chi sa come finirà) o per vie pseudo-legali (il segreto di Stato, o certe ‘mancanze’ mai corrette come l’assenza del reato di tortura che casualmente ha fornito una manina a chi ha agito a Bolzaneto durante il G8 “tanto con Berlusconi possiamo fare quello che vogliamo”).
    Non mi pare di avere usato slogan, non mi pare di aver gridato. Mi pare che gridino vendetta le tante vittime di una stagione che non sono SOLO quelle ammazzate dai terroristi, stagione che nessuno è in grado di decifrare semplicemente perchè la divisione culturale e politica del paese in due non è mai finita e la sudditanza psicologica rispetto al Potere è quasi fisiologica fra popolino e scribacchini, negando così forzatamente ogni analisi realmente critica dell’esistente e limitandosi a chiudere il capitolo piazzando “democraticamente” Sofri in galera e un piduista al governo. Siete in grado solo di indignarvi per le mie ideologiche “cazzate” (vi ringrazio, ma mi pare che per combinazione anche voi siete stati da altri qui accusati di scrivere “cazzate a ogni piè sospinto”…ammazza quanti “retrissimi”, ottusi comizianti passano da queste parti eh?!), ma nessuno di voi è stato in grado di rispondere alle precise domande che ho posto, e che non mi sembrano nè di parte nè provocatorie, anzi sono serissime e drammatiche: quali sono/sarebbero/dovrebbero essere i confini, i limiti dello Stato? Quale la definizione di terrorismo? Quale la differenza rispetto al terrorismo di Stato? Non mi pare che porre smili domande significhi difendere Battisti a prescindere, e soprattutto non capisco proprio come si possa pensare che tutto ciò non c’entri con il caso Battisti! Evidentemente l’ottuso non è soltanto il sottoscritto.

  28. Lorenzo, mi scusi: ma perchè si affanna tanto a difendere qualcuno che è già stato giudicato e condannato per, glielo ricordo, banda armata, rapine, armi, gambizzazioni, e per ben quattro omicidi?
    Non crede che ci siano altre cose che meritino la nostra attenzione?
    Per quanto mi riguarda, Cesare Battisti è un assassino, un delinquente riconosciuto e come tale va trattato… ça va sans dire!

  29. Io su chi sia pù criminale tra Battisti e Cossiga, una risposta ce l’ho: Battisti. La cosa, a parer mio, più insopportabile della retorica dei ragazzi che volevano cambiare il mondo (e dico insopportabile a pelle, senza scendere nello sprofondo orrido della morte e del dolore) è il non avere capito l’aspetto umano – cioè essenziale – della faccenda. Una rivoluzione da cacciatori della volpe, estremamente idiota e “aristocratica” nella sua concezione. Talmente aristocratica che non ebbe successo. Lo stesso Mario Moretti racconta che, a un certo punto, all’apice del rapimento Moro, concepito come il punto d’arrivo di una mirabile strategia, le Br restarono sole. Sole perché travolte dall’orrore che avevano suscitato e che era la negazione pratica dell’idea di una società più giusta. Affermare il primato dell’umano sul capitale e uccidere: una bella coerenza, davvero! Rivoluzione chic, fatta come la caccia alla volpe, con la livrea del casato finto-proletario e i cani delle masse a zampe sguainate. Rivoluzione aristocratica per combattere il Sim borghese e ancora più reazionaria. Battisti? Un assassino. Ma anche un perfetto cretino del suo tempo. Ed è troppo comodo, oggi, invocare la complessiva idiozia dei tempi.

  30. Ribadisco: nessuno di voi è stato in grado di rispondere alle precise domande che ho posto riguardo ai limiti (sempre che si voglia “democraticamente” che ne esistano! A molti Guantanamo o Abu Ghraib sembrano genialità statuali del tutto normali ed accettabili) del potere dello Stato. Forse non le avete capite? Chissà. La questione in ballo – ve lo ripeto – non riguarda il solo signor Battisti, ma il giudizio ed il trattamento, da parte dello Stato, di un’epoca che definire “idiota”, come fa il sig.Puglisi, è leggermente superficiale e riduttivo, dal momento che non di solo terrorismo si trattò, ma di una forza più grande, diffusa e perciò pericolosa per gli adoratori dello status quo – cui il brigatismo, quasi quasi, fece comodo (poichè “gli apparati repressivi hanno tendenza a costruire e perennizzare il fenomeno considerato deviante che ne ha giustificato la creazione”, come scrive Persichetti: per questo le BR risorgono miracolosamente ogni volta che a lorsignori può servire, come a Vicenza quando Amato volle gentilmente consigliare ai manifestanti contro la base di starsene a casa).
    La rivoluzione sarà sempre costretta ad essere “idiota” (se Le pare) ed “aristocratica” (e perciò fallimentare, va da sè), finchè le masse verranno mantenute nella condizione attuale di “confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà” (Marcuse), la quale – come lo stesso filosofo era costretto ad osservare – lascia ben poche speranze reali di cambiamento ed una sola squallida realtà di ‘asservimento felice’.
    Ma devo dire che il sig.Puglisi si supera con la ridicola (ed assieme agghiacciante) sentenza finale: “Io su chi sia più criminale tra Battisti e Cossiga, una risposta ce l’ho: Battisti.”
    I miei complimenti, davvero! La Sua partigianeria non è meno inquietante di quella che verrà di certo addebitata al sottoscritto. Qui nessuno ha santificato nè giustificato Battisti, ma evidentemente Lei non ha mai letto Brecht: “Di un fiume in piena si dice che è violento, ma non si dice mai nulla della violenza delle rive che lo stringono”.
    Vi avverto: siate cauti nel replicare, chè ci vuol coraggio per definire una verità immensa come questa ‘slogan’.

  31. @Lorenzo: so che sarebbe meglio lasciarla cuocere nel brodo delle sue convinzioni. Ma oggi voglio essere un cuoco che invece lo guasta, il brodo, anche perché ho già avuto a che fare con gente che ha il chiodo fisso di questo o quell’altro argomento (soprattutto di questo) e, sinceramente, mi sono fatta un’idea ben precisa sulla varietà di ingredienti che si possono aggiungere alla povera cucina di chi trova sempre indigeste e puzzolenti le ricette altrui. Nulla. Avevo, in realtà, deciso di disertarle, certe cucine. Però un pizzico di sale (in zucca?) mi sia concesso.
    Lorenzo… In questi giorni, (e anche prima) non le ha mai sfiorato la mente l’idea che a buona parte della società civile e pensante (che legge libri, scrive, vede film, magari li fa, riflette, esprime opinioni sensate: quindi non dei reazionari o dei trogloditi o dei gattucci ciechi) non possa fregare un bel NIENTE delle ragioni della lotta armata, di Battisti eccetera? Che abbia invece altri interessi, altre ragioni di vita, altre idee e altri modi per dire “no” all’attuale (e passato) stato di cose? Che esiste qualcuno degno di considerazione e in grado di dire e pensare cose onorevolissime pur ritenendo terroristi e terrorismo dei tragici errori della storia, uno scivolone idiota, un retaggio del passato che si vorrebbe cancellare piuttosto che invocare a nuova nascita o, in qualche modo, nobilitare? Insomma, io posso essere, secondo lei – e sia sincero, la prego – un cittadino politicamente impegnato e indignato ammirando però Fellini, Sciascia, Brecht (a modo mio, come lei lo fa a modo suo: l’arte è bella per questo) e sbattendomene altamente di Battisti? Un po’ di apertura mentale, suvvia. Non riducete (il plurale non è casuale) il mondo intero al vostro universo piccolo piccolo. Poco interessante proprio perché tale – angusto, a tratti livido – e non per le istanze che propone. Su quelle io ho il massimo rispetto, anche se fossero (come spesso sono) per me insensate o addirittura scandalose (vedi l’equazione, per ora in auge; Battisti= Cucchi e Aldovrandi). Insomma, Lorenzo, perché prendersi il carico di dover insegnare agli altri cosa pensare e come pensare? Non è un’immane fatica, e per giunta ingenerosa? Paga molto di più essere intimamente convinti delle proprie idee e farsele bastare. Non afferrare proseliti per la collottola. Anche perché non sarebbe un granché “liberale” (democratico?) non crede? Il proselitismo è spesso indizio di scarsa convinzione (o solidità) delle stesse idee che si propugnano.

  32. Quoto il cacciatorino, per i contenuti di quest’ultimo commento e per la pacatezza del tono.

  33. Approfittando ancora per un poco dell’ospitalità che mi viene “democraticamente” concessa, rispondo con piacere al ‘cacciatorino’ (di streghe, forse?).
    Primo: quale sarebbe il “nostro universo piccolo piccolo”? “Nostra patria è il mondo intero”, cantavano esuli e libertari; ed il comunismo, che io sappia, si fonda sull’internazionalismo. E chi sarebbero, di grazia, questi “noi” e questi “voi”? Il mio “voi” suonava certo come un’accusa provocatoria ai democratici un poco miopi…ma Lei, mi crede forse un terrorista? Escluso il Persichetti (altro beneficiario della “dottrina Mitterrand”), gli autori che ho citato sono forse noti terroristi? Possibile che la semplice richiesta di guardare con occhio attento e critico la posizione di uno Stato storicamente incoerente, revisionista e autoritario debba sempre venir scambiata per collusione con il terrorismo, magari anche concorso di colpa, o – come avvenuto nelle aule di tribunale per il G8, senza che nessun democratico s’indignasse – “compartecipazione psichica” (guarda caso, proprio per evitare questi ridicoli ‘eccessi democratici’ nacque la suddetta dottrina: poichè “i dossier giunti dall’Italia non potevano far fede. Obbedivano a una logica di vendetta e somigliavano più a indagini di polizia che a testi giuridici. Inoltre, nella maggior parte dei casi le procedure italiane erano fondate su una responsabilità penale collettiva” – vedere http://www.carmillaonline.com/archives/2004/04/000700.html)? Solo i La Russa e i Giovanardi possono permettersi di difendere le forze dell’ordine “a prescindere”, come piacque dichiarare al sig.Gasparri ai tempi degli scontri di piazza pre-G8 di Napoli? Solo allo Stato è permesso porre il segreto di Stato, per l’appunto, quando fa comodo? Certo che sì, possono soltanto dire i democratici. Certo che no, s’impuntano a dire altri. E qualcuno qui ha il coraggio di scrivere che non si sia in guerra! Cos’è allora, una banale divergenza di gusti o di opinioni – come tra chi preferisce il gelato alla menta piuttosto che quello alla fragola – quella che ci distanzia sul presunto diritto dell’istituzione-Stato d’imporre il proprio potere repressivo sugli esseri umani, alla faccia dei diritti (umani) e del diritto (inteso come insieme delle norme giuridiche)? Nessuno mi pare qui sia in grado di rispondere a questi scomodi quesiti, che non vogliono salvar proprio nessuno, forse solo il genere umano dall’ignoranza e dall’ipocrisia.
    Secondo: pur non essendo affatto un sostenitore della lotta armata, ma riconoscendo che fu pure lotta armata quella partigiana, sarei proprio curioso di conoscere quali sarebbero le “altre idee e altri modi per dire “no” all’attuale (e passato) stato di cose”, considerato il fatto che tale stato di cose è in continuo, perenne, devastante peggioramento, da qualunque lato lo si voglia guardare: preferisce i lager moderni denominati CIE, la strategia capitalistica della delocalizzazione, la precarietà lavorativa o la guerra infinita? Scelga Lei. Quanto al pacifismo, Le quoto un cinico, ma memorabile commento letto tempo addietro su di un quotidiano online: “…il pacifismo è morto quando spararono a Ghandi o per citare casi più recenti, quando la polizia caricò il 20 luglio 2001. E’inoltre fuori moda dal 2004. A essere sinceri nessuno ha sentito la mancanza del pacifismo visto i casi umani che lo portavano avanti, e nessuno si è chiesto in quale fossa comune del cimitero delle ideologie li abbiano messi, anche perchè ci hanno costruito sopra una fabbrica d’armi come quelle che non ebbero il coraggio di sabotare in vita, proprio per evitare che resuscitassero.” Impietoso, lo riconosco, quanto realistico.
    Terzo: pur non volendo assolutamente “invocare a nuova nascita” il terrorismo, mi domando come esso si possa considerare “un retaggio del passato”, quando nella vicina Grecia ora, adesso, oggi, sono in azione gruppi armati dai nomi altisonanti/deliranti del tipo “Cospirazione delle Cellule di Fuoco”… Anche in questo caso media e lettori fanno di tutto per dimenticare che di attentati terroristici ce ne son stati parecchi, ma di morti se ne ricorda, che io sappia, uno soltanto: Alexis, 15enne, ucciso dalla polizia. Qualcuno ricorda se poi anche lì la cosa sia finita a tarallucci e vino?
    Quarto: non esiste alcuna “equazione Battisti = Cucchi e Aldrovandi”, esistono delle responsabilità che lo Stato non è mai stato in grado di prendersi, mentre agli individui viene chiesto pentimento, delazione, buona condotta, sobrietà, coerenza, tolleranza, pacifismo gandhiano e quant’altro…mentre dall’altra parte si testano sui manifestanti le armi cosiddette “non letali” (magari il Taser, che nel silenzio dei media ha già ucciso più di tanti terroristi) e sui popoli più sfigati le armi non convenzionali (in questo senso la Palestina è una gabbietta piena di topolini, ma pare che anche in Iraq i bimbi nascano deformi).
    Mi chiedo a che servano legalità e democrazia, paroloni tanto belli quanto inutili, se dinanzi a simili orrori la democrazia è solo capace di coprire e giustificare ogni misfatto, addebitando ogni colpa ad un nemico solo, comodo da indicare e da condannare pubblicamente: il terrorismo. Ma la risposta già la so: servono a “lasciar cuocere nel brodo delle sue convinzioni” persone come il sig.Puglisi, per il quale (“Io su chi sia più criminale tra Battisti e Cossiga, una risposta ce l’ho: Battisti”) i morti per terrorismo evidentemente – non si sa per quale stramaledetta ragione – ‘VALGONO DI PIU” rispetto ai morti sotto alle bombe “buone” e/o “intelligenti”, proprio come sostenne senza vergogna alcuna l’ambasciatore americano Bolton quando dichiarò che i morti civili libanesi non erano “moralmente equivalenti” alle “vittime del terrorismo”
    (Lebanon civilian deaths morally not same as terror victims — Bolton http://italy.indymedia.org/news/2006/07/1115395.php). Un bell’esempio di quando democrazia e nazismo si avvicinano, e il terrorismo è solo una penosissima scusa.

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