Porno Silvio

Ogni due-tre settimane  si legge sui giornali la seguente frase: “Silvio sogna il Quirinale”.
Berlusconi è libero di sognare quel che gli pare, ma tra tutti i sogni che la sua attività politico-onirica (unico caso al mondo in cui i due ambiti si sovrappongono) gli suscita, giusto il più pornografico ci deve imporre?

 

I had a dream (again)

 

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

 

L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Ho fatto un sogno. Cadeva il governo Berlusconi. Probabilmente in concomitanza con lo iettatorio anno zero del calendario maya, di cui ultimamente parlano molti esoteristi, pensatori e filosofi, compresi Enrico Ruggeri e Donatella Papi. Ma non è che cadesse il governo e basta. Di più. Berlusconi abbandonava il campo. Comunicava ai suoi fedeli – tramite sms, centinaia di migliaia messaggi – un incredibile dato di fatto: “Sono stanco. Ho sbagliato molte cose. Riconosco che ho strafatto in politica. Vado a Panama. Abbiamo scherzato. Da oggi, ognun per sé e Dio per tutti. T.v.b. Cribbio”.
Dice: incredibile davvero. Vabbe’, sennò che sogno è?
Ma questo è l’antefatto. Dovendo scegliere tra le varie e infinite conseguenze di uno tsunami del genere, tra la varia e multiforme massa di relitti e detriti che si lascerebbe dietro una decisione storica di tale levatura – Capezzone che, reclamato da un gorgo fangoso, si riattacca disperatamente alle chiome di Pannella, per dirne una – mi sono concentrato su  una speciale categoria di “papi boys”. I giornalisti. Certi giornalisti. E, sempre in sogno, mi chiedevo: “Dio mio… che fine farebbe Minzolini? E la Setta? E Facci? E Fede?”.
No, forse Fede si salvava: si era già guadagnato un posto alla destra del padre, una gabbietta nell’Arca verso Panama.
Ma loro? Gli altri? Tutti gli altri?
Nel sogno, si rassegnavano al lavoro nei campi. Zappa, melanzane, primizie, ravanelli. Ma non ho fatto in tempo a capire se si trattava di “A come agricoltura”: quindi di un ritorno in Rai sotto forma di baccelli rinati, purificati, freschi di succhi primaverili, senza memoria, con altri nomi. Facciolini. Minsetta. Settolini. O peggio ancora, rinascevano sotto forma di salici piangenti, nel reality “La fattoria”.
L’immagine è sfumata prima, purtroppo o per fortuna, e chi vivrà vedrà.
Che volete? Ho detto che era un sogno, non un incubo.

Se anche Dio (o chi per lui) balla

Non ho dimestichezza con l’argomento, ma questo è per me un vero matrimonio da sogno.

Idem per il divorzio (il video è ovviamente una parodia).

Visto su Wittgenstein.