Uno degli episodi più curiosi che mi piace ricordare quando parlo di ghostwriting e scrittura creativa è legato a una letterina d’amore. Ne parlavo proprio oggi con un mio caro amico poiché la vicenda riguarda suo figlio. Qualche anno fa il ragazzo aveva comprato un regalo alla sua fidanzata e voleva accoppiarlo a un foglietto che spiegasse le ragioni intime alla base di quella scelta. Solo che lui (sbagliando) non si reputava idoneo a mettere nero su bianco quel che aveva dentro: capita soprattutto agli animi sensibili, che si sentono nudi davanti alla forza del sentimento. In realtà il ragazzo aveva le idee chiarissime su ciò che voleva scrivere, solo che temeva di perdere qualcosa nel passaggio dal cuore alla carta o di non trovare le parole cruciali.
Con un pretesto passò da casa mia e mi sottopose la segretissima questione (ancora oggi sto bene attento a preservare la sua identità, come etica di ghostwriter impone). Io trovai la cosa bellissima per due motivi. Il primo: detesto ricevere regali senza una parola scritta di accompagnamento quindi trovare in un giovane quest’affinità di pensiero mi piacque molto. Secondo: il fatto che un millennial si desse tormento per una cosa così analogica come una lettera d’amore contribuì a dare una mazzata alla mia abominevole diffidenza dei confronti delle nuove generazioni (oggi sono molto più ottimista).
Finì con lui che spiegava cosa voleva dire e io che scrivevo le sue stesse parole, genuine, fresche e cariche dell’inebriante illusione di vivere qualcosa di definitivo. Insomma fui solo una sorta di dattilografo perché spesso scrivere per conto terzi significa fornire l’alibi decisivo: felicità è illudersi di aver saputo chiedere aiuto e non sapere mai che non ce ne era alcun bisogno.
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Come non scrivere una lettera d’amore
Scrivere una lettera d’amore è una cosa molto facile da fare male. Laddove fare male significa fare in modo sbagliato, controproducente, autolesionista. Attenzione, questa non è una lezione di scrittura creativa – mi basta vedere cosa c’è in giro tra i presunti insegnanti di presunta scrittura per marcare il mio distacco dalla categoria – bensì un bignamino, frutto di minima esperienza (dello scrivere e dell’amore).
Più che dire come e cosa fare, mi limiterò a ricordarvi come e cosa, a mio modesto parere, non fare.
- Una lettera d’amore è un fianco scoperto. Ricordatevi sempre che il vostro girovita è prezioso e al tempo stesso ridicolo a seconda degli occhi che lo guardano e delle mani che lo cingono.
- Il tempo è un fattore fondamentale. Scrivete nel presente, presi dalla foga del momento, ma ricordate che presumibilmente rimarrete, almeno con quello scritto, nel futuro. Fate in modo da imbarcarvi in concetti più universali possibili e state lontano dalle parole “sempre” e “mai”, perché comunque vada vi si ritorceranno contro. Sempre (ops!).
- Il troppo calore produce effetti simili al troppo freddo, tipo la cotoletta surgelata male che alla fine risulta bruciata dal gelo. Mantenetevi su una temperatura mediterranea di scrittura che dica di voi poco meno di quanto l’impeto detti. Non è distacco e nemmeno prudenza, ma realismo. L’amore più solido è un equilibro innanzitutto termico.
- Ricordate che chi vi legge ha sempre un motivo per non essere obiettivo, che sia un partner con cui siete in rotta o uno che volete conquistare. Comunque vada, anche nel migliore dei casi, avrete una quota di fraintendimento da dover gestire con accortezza.
- Non è vero che le parole sono pietre. Sono sabbia. Sabbia che può essere calpestata, che può diventare fragile castello, sulla quale ci si può sdraiare con gioia, con la quale si può misurare il tempo, giocare.
- Mai chiamate di correità. Tipo: “Me lo diceva anche tal dei tali che eravamo fatti l’uno per l’altra…”; oppure “Ti voglio presentare pinco pallino, che ti piacerà sicuramente…”. Mettete in conto che, in una buona percentuale dei casi, tal dei tali mentiva e pinco pallino vi renderà cornuti.
- Le cose cambiano. Promettete. Giurate. Impegnatevi. Perché è meraviglioso ed è meraviglioso scriverne, parlarne, pensarci. Ma nella copia privatissima della lettera che avete inviato aggiungete un post scriptum, a futura memoria, tutto per voi: al netto dei sogni conta sempre il risveglio.