A giocar con le parole, e ancor peggio con le metafore, si finisce per impantanarsi, soprattutto se non si hanno le idee chiare o se si vogliono confondere quelle altrui.
Secondo l’ex premier Silvio Berlusconi (che piacere scrivere l’ex premier!) Fini è stato il “peccato originale” della legislatura, cioè “la sua fronda ha minato un percorso che avrebbe dovuto essere costituente e invece” non ha costituito un tubo.
Evocare il peccato originale avrà avuto il suo bell’effetto in chi si accontenta di galleggiare sulla superficie dei fatti, magari perché è un elettore del Pdl e preferisce non confessarsi di aver puntato su un cavallo zoppo.
Ma se uno ci pensa un attimo, senza nemmeno dover scomodare la dottrina, questa metafora non c’entra proprio nulla con la scelta di Fini.
In generale, infatti, il peccato originale è identificato come quell’evento (vero o presunto, non ci imbarchiamo in queste diatribe) che ha separato l’uomo da Dio e che ci ha resi mortali.
Chi sarebbe Dio nella rappresentazione berlusconiana è facile intuirlo, e ciò basterebbe a far scattare l’allarme rosso del ridicolo. Continua a leggere Il peccato (poco) originale