Il supplizio

Ieri a “Italia sul due”, una specie di trasmissione di approfondimento sui temi della cronaca, si discuteva del successo di Fiorello. E, a corredo delle opinioni di personaggi a me quasi del tutto sconosciuti (l’unico di cui mi ricordavo era Dario Salvatori), si riproponevano i passi salienti della fortunata trasmissione di Raiuno: canzoni, battute, sketch. Solo che per un perfido gioco di diritti e soprattutto per colpevole ignoranza degli autori (ammesso che “Italia sul due” abbia degli autori), questi numeri non erano quelli originali, bensì erano rifatti da un povero imitatore che si è umiliato persino nel taroccare la scenetta di Edward Cullen che sparisce davanti alla telecamera.
Immaginate il livello della trasmissione.
Come se non bastasse uno dei principali interlocutori era un tale Antonio Marziale che pur dichiarando di non aver visto #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend veniva interpellato proprio su quello che non sapeva, secondo la moda emergente tra gli opinionisti in tv: discettare su tutto fuorché su ciò su cui si è preparati.
Sono bastati pochi minuti di questo supplizio per: 1) farmi capire che era tardi per bighellonare davanti alla tv; 2) riallineare, dopo la Fiorello night, il livello qualitativo dei programmi Rai alla media di infimo livello che ben conosciamo.