La sconfitta del Pd, soprattutto in Sicilia, è la dimostrazione che l’incompetenza al potere genera solo comparse e tiene lontani i protagonisti. Il partito di governo, della Regione e della nazione, si mostra come un’orchestra di improvvisatori. Ogni tanto, con una botta di culo, si azzecca una nota, si imbastisce un’armonia, ma generalmente si stecca perché la politica vera – come la musica – non è roba per poveri superbi.
Il Centrodestra brinda alla rinascita ma, si sa, pensare in grande quando le molliche si spacciano per pagnotte è un buon modo per mascherare l’agonia.
Ora, piuttosto, è il Movimento 5 stelle a dover dimostrare che dalla protesta colorata, suggestiva e un po’ qualunquista, si può partire per fare buona amministrazione. Che non significa necessariamente rincoglionirsi con le litanie del web, ma piuttosto scegliere di rappresentare, armarsi di coraggio e osare. Un sindaco grillino io lo vorrei cazzuto e indipendente, anche dai suoi guru, anche da quel magma non recensibile che è la gggente. Servono persone oneste che diano un’impronta personale alla tutela dell’interesse pubblico. In Sicilia i ragazzi del M5S hanno lavorato sodo, tenendosi lontani dagli svarioni dei compagni di cordata del governo nazionale. Ora serve che ascoltino, ma che al momento delle decisioni siano concentrati sull’obiettivo, non sull’audience e sul folklore del “non ci sto” di default.