Alla fine il vero atto di coraggiosa lungimiranza di Fabrizio Ferrandelli è stato quello di tenersi alla larga da Francesco Benigno, carnalissimo (quasi al sangue) attore folgorato sulla via della politica che le ha tentate tutte pur di ricavarsi uno strapuntino a Palazzo delle Aquile. Alla fine l’arrembaggio comunale dell’inusitato protagonista di “Mery per sempre” non è riuscito perché il destino cinico e baro ogni tanto si distrae e ci regala qualcosa che assomiglia a una forma di giustizia sociale, a un’auspicabile livella tra vivi (a dispetto del capolavoro di Totò).
Benigno – stretto inconsapevolmente in una sola vera ingiustizia, quella del suo cognome – nell’ordine, si è fatto scaricare da Ferrandelli, nei confronti del quale ha fatto dichiarazioni rubate ai suoi ruoli cinematografici, ha elemosinato per giorni un posto in una lista qualunque, e alla fine ha trovato quell’apparente sant’uomo di Ismaele La Vardera che, onorando il suo nome (Ismaele nel Corano è comunque esempio di rettitudine), lo ha accolto nel suo gregge felicemente allucinato e gli ha promesso la luce eterna. Solo che il carnalissimo Benigno ha confuso la luce della redenzione con quella dei riflettori. E quando, alla fine, si è accorto che manco i suoi lo avevano votato, perché i parenti saranno pure serpenti ma non sono mica fessi, si è incazzato e ha dato fondo alla sua visione illuminata (sempre dai riflettori o chissà da cosa) della vita: dal complotto globale che al confronto le scie chimiche sono schiuma da barba, al pacato dissenso nei confronti dei suoi non-elettori, “siete delle vergognose bestie”. Infine la ciliegina sulla torta: l’aggressione nei confronti del presunto martire La Vardera che, in ospedale, manco lo curtunìa nonostante il collare ortopedico e i lividi sulla pelle. Vabbè, la santità non è acqua minerale.
Che ne sarà dell’inusitato Benigno? Riuscirà a placare la sua sete desertica di politica? Sarà segnato da questa esperienza di spessore? Capirà finalmente che House of Cards non è un centro di scommesse sportive?
Nell’attesa di almeno una risposta, onore alla lungimiranza di Ferrandelli e sempre sia lodato La Vardera (Iene o non Iene).
Per un’analisi completa credo che non debba mancare un particolare (forse) divertente e due decisamente meno.
1. Coloro che si svegliano all’alba avranno potuto apprezzare (martedì 13 giugno, all’indomani dello spoglio delle schede) il tentativo della madre del (piuttosto presuntuoso, almeno osservando i suoi banner pubblicitari) candidato sindaco, la quale ha ricoperto di insulti coloro che sostenevano l’incapacità del figlio e, soprattutto, coloro che avevano offeso la sua “pasta al forno”. I commenti sulla “fan-page” sono stati rimossi dopo le 12: probabilmente l’ora in cui La Vardera, appena sveglio, si sarà accorto del premuroso (ma sicuramente non apprezzato) gesto della madre;
2. Il caricamento come immagine del profilo (ancor adesso visibile), da parte della sorella dell’aspirante sindaco, di una foto di una scheda elettorale (vera, non un fac-simile) caratterizzata da una vistosa X sul nome del fratello: il colmo per un quasi-inviato di una trasmissione che non perde occasione per rimproverare qualsiasi comportamento non corretto;
3. In moltissimi si sono chiesti il perché La Vardera non abbia cacciato l’aspirante (da sempre) consigliere comunale Vozza. Credo che la risposta debba essere trovata negli scrutini elettorali. Rinunciando al voto dei palermitani che sostengono la brutta copia di Salvini, La Vardera sarebbe forse sceso all’1% delle preferenze.