Ballarò e la politica degli inutili idioti

pub ballarò attentatoL’altro giorno mi sono occupato della surreale vicenda del pub di Ballarò, tolto alla mafia, dato in mano a gente onesta e proprio per questo osteggiato dalla parte più tragicamente “influente” del quartiere. Ieri Sara Scarafia è andata a sentire i consiglieri della circoscrizione, che metaforicamente (e non solo) rappresentano il primo anello nella catena che unisce politica e quartiere. Guardate il filmato: pur di giustificare la codardia enciclopedica di chi non ha il coraggio delle proprie azioni, alcuni consiglieri, a partire dalla presidente Paola Miceli – una che viene dal Partito comunista, mica dalle feste di Arcore – , s’inventano una serie di scuse che vanno dal “non posso risponderne io” (di che, delle fiamme al locale o del fumo di omertà?) al “non è competenza nostra” (di stilare una noticina di condanna dell’attentato, mica di imbastire la requisitoria del maxiprocesso). Insomma, questi qui non sono stati capaci manco di scrivere un temino in bella grafia per metter su almeno un teatrino antimafia. Figuriamoci come se la caveranno con le cose serie. Quando le forze dell’ordine decideranno di mettere ordine in un quartiere in cui ancora lo Stato non è la prima forza al comando, dovranno sincronizzarsi con la politica affinché si decida almeno a separare gli utili idioti (da riciclare) da quelli inutili (da buttare e basta). A Ballarò c’è l’imbarazzo della scelta.

P.S.
Se ve lo siete perso, date un’occhiata a questo bel servizio di Stefania Petyx per “Striscia la notizia”.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Un commento su “Ballarò e la politica degli inutili idioti”

  1. Chi ha una carica politica e di responsabilità sociale dovrebbe denunciare e combattere qualsiasi forma di manifestazione mafiosa. Vero. Ma il cittadino comune ha il diritto all’omertà. Quando un giorno lo Stato garantirà la scorta a tutti coloro che denunciano, il trasferimento ed il lavoro in altra sede, farà marcire in galera i mafiosi, le loro famiglie e i loro gregari, quando lo Stato garantirà tutto questo allora sì sarà dovere del cittadino comune denunciare gli atti mafiosi. Fino ad allora è solo ipocrisia giornalistica.

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