La triste vita del multimiliardario

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Poteva godersi la vecchiaia, senza il problema di una pensione da ritirare ogni mese alle Poste, circondato dall’affetto di figli e nipoti. Poteva uscire di scena con dignità, riscattare una vita di rischi con un declino sereno e sicuro. Poteva accettare la sconfitta senza impuntarsi o impuntarsi sino alle soglie della sconfitta e poi mollare, com’è giusto che sia. Poteva crogiolarsi in una vita divertente, con amici illustri, amiche disponibili, amicizie ramificate. Poteva dimostrare che un aspirante statista se non lascia il segno con le sue opere, non potrà farlo certo con le sue opere annunciate e mai realizzate. Poteva capire in tempo che se alle gambe delle bugie metti le protesi, avrai bugie artefatte ma sempre bugie rimarranno. Poteva dare ai soldi e alla ricchezza una parvenza plausibile di felicità, e non farli diventare il paradigma della decadenza di un’epoca. Poteva ammettere l’errore, poteva comprarsi un abito nuovo, poteva regalare a chi aveva davvero bisogno, poteva fare la storia e non la storiella.
Invece ha fatto di tutto per rendersi la vita infelice, come un qualunque delinquente che non se la racconta giusta nemmeno nel buio di una cella e nella solitudine delle amicizie a convenienza.
Triste la vita del multimiliardario Silvio Berlusconi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “La triste vita del multimiliardario”

  1. Non intende godersi volgenti vacanze.
    Sta per sferrare colpi insidiosi in vista di una certa consultazione
    elettorale anticipata(primavera 2.014).

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