Nei testi delle canzoni si annidano strani mostri. L’altro giorno, per caso, ho scoperto che mia moglie – lei sta alla musica come il Tavernello al vino, eh – conosce molti pezzi dei Pooh e che, peggio, non sa da che direzione arriva questa folata di cultura musicale. In poche parole, sa a memoria molte canzoni, ma non ricorda di averle mai ascoltate. Una sorta di Poltergeist delle sette note. Ebbene lei, santa donna musicalmente illibata, mi ha fatto notare qualcosa che mi era sempre passata inosservata: la trasversalità dei Pooh in tema di amore coniugale.
E allora, armatevi di pazienza e godetevi i quattro tipi di maschio, tutti molto diversi, che vengono fuori dalle loro canzoni.
Il risoluto. Lui è appena fuggito con l’amante e, tanto per stemperare la tensione, le dice: “Lascio una donna che crede solo in me (sua moglie, ndr), tu distruggi un uomo che il suo mondo ha dato a te (il marito di lei, ndr)”. Uno che sa come si fa a rendere eterno il senso di colpa.
Il maiale. Lui ha trascorso la notte con l’amante, una di quelle abbordate all’ultimo minuto (strana amica di una sera), se la svigna mentre lei è intorpidita dal sonno e per giunta le canta le virtù della moglie cornuta che, poveretta, rischia di svegliarsi senza il suo pendaglio da forca a fianco.
Il furbo. Lui ha trovato un’amante che smonta come vuole. Dopo essersi passato tutti gli sfizi biologicamente immaginabili, la molla e torna da sua moglie. Prima però la rimbambisce di cazzate in modo da poterla utilizzare comodamente altre volte. Della serie, tu sei la libertà, sei la migliore e proprio per questo ti mollo come uno straccio usato.
Il probo. Lui vorrebbe imbottire la moglie del suo amico. Ma no, non si può. Tuttavia, il buon sentimento non gli impedisce di dirle quel che le farebbe se solo non ci fosse quel tipo di mezzo. Un concentrato di buone intenzioni e cattivi pensieri che fa guadagnare il paradiso per insufficienza di prove.
Imbottire? Mica è un panino e neanche di fette di mortadella si tratta. Semmai vorrebbe farcirla o sbaglio?
Ok, vada per la farcitura.
La “strana amica di una sera” potrebbe in realtà, all’anagrafe, essere un amico?