Liberaci dal prosciutto

Non esistono città sbagliate. Esistono uomini sbagliati.

Su diPalermo Francesco Massaro dice con semplicità quello che molti hanno paura persino di sussurrare. E cioè che se un delinquente muore durante una rapina, in fondo bisogna tenere conto che se l’è andata a cercare (lo so, è brutto da sentire o da leggere) e la società non deve per forza sentirsi colpevole. La violenza e la sopraffazione non si combattono con le minestrine dei buoni sentimenti, ma con la certezza delle conseguenze che la natura stessa ci consegna: se impugni una pistola, quella pistola potrà ucciderti; se vivi nel male, quel male potrà toccarti.
E per dire/pensare queste cose nell’anno di grazia 2012 non bisogna necessariamente essere fascisti. Basta vivere con gli occhi aperti e lasciare il prosciutto nel piatto.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “Liberaci dal prosciutto”

  1. É il solito lercio “politically correct” con il quale dietro un finto buonismo e perbenismo si avallano un sacco di maialate.

    Verissimo, il delinquente con in mano la pistola DEVE sapere che rischia la vita. Il politico che ruba DEVE sapere che rischia la galera. L’evasore che non paga le tasse DEVE sapere che rischia il suo esercizio se imprenditore, la casa se privato e la galera se il danno al resto della nazione é ingente, il falso cieco che ha percepito mezzo milione in pensione, DEVE sapere che rischia casa, auto, e tutti i suoi beni.

    In Italia al contrario tutti sanno che il rischio vale la candela. Come quelli che esportano denaro all’estero: la sanzione é MINORE delle tasse che avrebbero pagato. SOLO IN ITALIA. Apologia ed istigazione al reato.

  2. Del resto… perché mai sarebbe brutto dire che un criminale con la pistola in mano, se ucciso nel corso del suo crimine, se l’é cercata?

    Qualcuno me lo spiega?

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