Mi sono reso conto di essere invecchiato l’altro giorno quando, dopo anni di meraviglioso isolamento, sono andato a una affollatissima conferenza stampa (quella di Leoluca Orlando). In mezzo a centinaia di giornalisti e/o reggitori di microfono non ho riconosciuto che pochi colleghi coi quali, quasi con spirito di autodifesa, ho cercato di fare gruppo.
Quasi subito uno dei giovani cronisti d’assalto ha preso la parola e ha fatto la seguente domanda a Orlando: “Qual è il suo programma?”.
Chiedere a un candidato sindaco qual è il programma equivale ad annullare la conferenza stampa, perché quello comincerà a parlare e non la finirà più. E così è stato: Orlando ha detto di tutto e di più, impiegando in modo sapiente il poco tempo che c’era a disposizione. E non rispondendo alle domande vere, quelle rimaste nella testa di molti intervistatori.
Ecco, quando penso a giornalisti come l’autore della domanda di cui sopra (che non ha ancora capito l’errore commesso perché evidentemente nessuno gli ha mai spiegato l’abc del mestiere) mi rendo conto di essere invecchiato. Felicemente.
e tu, che domanda avresti voluto fare ?
Io ero lì per ascoltare e non per chiedere. Se fosse stato possibile avrei chiesto: ha mai pensato di chiedere scusa agli elettori delle primarie, lei che ha autonomamente dichiarato nulla la consultazione?
mi piace questo elemento (manca il tasto)
A me invece viene in mente qualcosa di diverso. Viene in mente che del “dare-lavoro-ai-giovani” hanno fatto tutti una bandiera. E per carità, sarà pure giusto. Una volta però, contava qualcosa anche l’esperienza, non solo la giovane età. E non sono sicuro che fosse sbagliato. Ma forse sono solo un pò astioso dopo essermi visto negare forse l’ultimo posto a tempo indeterminato messo a bando in Italia, da giovane fanciulla con circa un quinto del mio CV. Che uno a 42 anni tutto si sognerebbe di leggere tra le motivazioni della propria bocciatura, tranne di essere ‘troppo vecchio’.
Lesandro, la tua situazione è purtroppo emblematica. Come se pensare sempre al futuro significasse abolire il passato.