Tra le cose che ho letto a favore di Celentano – poche a dire il vero – ci sono alcuni equivoci travestiti da argomenti: un artista deve aprire gli occhi al mondo; finalmente qualcuno ha parlato chiaro; però canta benissimo.
Oppongo una manciata di obiezioni a buon mercato.
1) Un artista non è un mahatma.
2) Un mahatma usualmente non parla dal palco dell’Ariston.
3) Il palco dell’Ariston è il trampolino della canzone italiana.
4) La canzone italiana non c’entra un tubo con i giornali cattolici.
5) I giornali cattolici fanno il loro mestiere e non gli si può chiedere di fare i giornali di Bingo Bongo.
6) Bingo Bongo parlava la lingua degli animali e non quella di Celentano.
7) Celentano ha dato sfogo alle sue pulsioni senza il filtro dell’arte.
8) L’arte è una cosa seria.
9) La serietà impone scelte e mal si concilia con l’insulto a ruota libera.
10) A ruota libera – a parte pochi eletti dotati di grande saggezza – vanno i gli pseudo (intellettuali, politici, giornalisti): almeno durante il Festival di Sanremo lasciateci cantare.
Celentano: che strazio!
A metà della sua performances mi sono addormentata, con me anche il mio compagno e perfino il mio cane. Qualcosa vorrà dire.
ahhaha vero anch’io, solo che non l’ho proprio visto il festival, una 5 giorni di polemiche e poca musica non la reggo !
ripeto ogni anno la stessa cosa ma ogni anno mi pare necessario: quando ero bambina il festival durava una sera, belle canzoni, bei fiori, bei vestiti e il giorno dopo si cantava la canzone vincitrice. BASTA con questo orrore!
Scusate ma Vespa ha fatto un plastico?
@Mara: Certo, sta preparando quello sulla (non)mutanda di Belen.
condivido in toto, insopportabili i cantanti che si riscoprono guru, quasi quanto gli scrittori che si immaginano maestri di vita o i politici che fanno la pagella di moralità agli altri, li odio tremendamente tutti ipocriti, presuntuosi e pomposamente saccenti