Digito ergo sum

Non riesco ancora a capire cosa spinge milioni di persone a comunicare pubblicamente, tramite Foursquare o altre diavolerie, la propria posizione geografica.
Su Facebook e su Twitter è tutto un fiorire di messaggi, in inglese e con tanto di mappa, in cui grazie alla geolocalizzazione si comunica al mondo intero: “Sono qui”, con orario e foto di accompagnamento.
A parte la rinuncia ostentata a qualsiasi forma di privacy, c’è anche – secondo me – un difetto di strategia. Se io, ad esempio, voglio sapere cosa fa un mio concorrente commerciale basta che ne segua le tracce sul web e potrò intuire qualcosa dei suoi programmi: un bel vantaggio.
Il successo di Foursquare è fondato, come sempre più spesso accade, sulle schizofrenie degli sfegatati di internet. Che da un lato fanno crociate per la sacrosanta riservatezza degli indirizzi di posta elettronica e dall’altro regalano informazioni molto personali al mondo intero (che non è fatto solo di amici e parenti).

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

6 commenti su “Digito ergo sum”

  1. Io sono uno di quelli che ama comunicare agli amici la propria posizione geografica con Foursquare. Mettendo da parte coloro che utilizzano questo tipo di strumenti in maniera evidentemente compulsiva, io lo faccio, un paio di volte al giorno per il puro piacere di condividere con chi mi conosce, più che la mia posizione sulla mappa, ciò che sto facendo. Ad esempio, mi piace far sapere se sto partecipando ad una manifestazione, se sto vedendo un certo film, se sono arrivato a Monfalcone dopo un viaggio di due giorni in macchina, se sto mangiando i cannoli nel bar in piazza ad Enna. Come tutti gli strumenti, va utilizzato con un minimo di buon senso: se sei un ricercato dalla polizia è meglio non far sapere dove sei, se stai partecipando ad una riunione di lavoro top secret, idem. Il diletto sta nel partecipare ai commenti che seguono: ad esempio, molti miei amici non sapevano che a Salemi esiste un palazzo dei musei con annesso Museo della Mafia finché non ho postato su Foursquare che lo stavo visitando. Basta non prendersi troppo sul serio, e se si vuol mantenere una certa privacy, basta non postare, o configurare bene il programma :)

  2. Ecco, Vincenzo, il tuo punto di vista è interessante. Se si tratta di segnalare posti curiosi o di innescare discussioni online allora intravedo un barlume di utilità di foursquare…

  3. …ma non mi pare intelligente far sapere al mondo che il 15 d’agosto ci si trova a Sharm El Sheik. Metti che qualcuno t’aveva scambiato per una persona di buon gusto…( m’è appena capitato con un amico; è crollato un mito)

  4. … così come fare sapere che stai mangiando i peggiori cannoli di Sicilia ad Enna dove nessuno conosce i minimi rudimenti della pasticceria.
    Anche in questo caso si perderebbero tanti buoni amici.

  5. Per me certi lo fanno anche per “darsi un tono”, per mostrare che vanno nei posti “gggiusti” e che sono persone “trendy”. Per motivi di lavoro ho tra gli amici di fèisbbuch gente che non la smette mai di far vedere dov’è, cosa fa e – soprattutto – con chi è.

  6. @Paolo esatto, come tutti gli strumenti, non è buono o cattivo in sé, dipende dall’uso che se ne fa… per dire, uno dei posti più gettonati nel giro dei miei amici goriziani è il passaggio a livello “Stanghe di Selz”, dalle parti di Monfalcone: chi lo trova abbassato è fottuto, rischia di perdere decine di minuti della propria vita ad aspettare che passi il treno… postare che si stanno fissando le stanghe è un modo di sorridere delle piccole sventure quotidiane :)

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