L’era del Trota

Un sindaco di una sperduta cittadina di una landa che non esiste e che qualcuno si ostina a chiamare Padania (la Neverland dei più ignoranti tra i nordisti) ha riempito una scuola di simboli leghisti. Il che equivale a mettere le mutande di Valeria Marini sugli scaffali della biblioteca comunale o a esporre un ciuffo di peli di Antonio Zequila al museo civico: una solenne cazzata, senza possibilità di discussione.
Se vivessimo in un paese coi normali sistemi di vigilanza del buon senso funzionanti, quel sindaco sarebbe stato rimosso (o meglio internato) ad opera dei suoi stessi compagni di partito. Persino Craxi mandò a quel paese Fabrizio Cicchitto quando lo scovò nelle liste della P2, a conferma che il potere è cieco solo quando vuole chiudere gli occhi.
Oggi invece il destino di una nazione è deciso da un manipolo di deputati che vestono di verde anche nell’intimità, scambiano l’acqua limacciosa di un fiume per acqua benedetta (e se la bevono pure), parlano una lingua che confina più con l’analfabetismo che con un qualsiasi dialetto, idolatrano un tale che abbaia trisillabi senza concetto.
Sapete perché quel sindaco non lo rimuove nessuno? Perché ogni meccanismo di ribellione e di autocontrollo democratico prevede un livello minimo di cultura. E noi, che un tempo rimpiangevamo l’era del Cinghiale bianco, siamo appena entrati nell’era della Trota.
Anzi, come ignoranza impone, del Trota.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

8 commenti su “L’era del Trota”

  1. Sono d’accordo persino nel posizionamento delle virgole con quanto scritto da Gery. Ma poichè parliamo di analfabetismo culturale ché ormai divenuto ahimè sport nazionale, mi viene da pensare che il pluritaroccato Berlusconi e il suo sodale Bossi, abbiano deciso di ricorrere al linguaggio del corpo, anzichè a quello verbale, per comunicare a tutti coloro che con loro dissentono, quelle che sono le loro vere intenzioni.
    Sappiamo infatti, dalle registrazioni effettuate nelle camere da letto del premier, che questi predilige il lato B delle donne e lo stesso dicasi dell’antropomorfo Bossi il quale non perde occasione per mostrare a tutti la lunghezza del suo dito medio, lasciando intendere il posto dove vorrebbe infilarlo.
    A questo ci siamo ridotti e, ancor peggio, al fatto che una buona fetta di italiani sorrida e lasci corre senza fiatare anzi, trovano magari da ridire sul fatto che fuori dai confini, attenti osservatori sollevino critiche.
    Insomma, occorre prendere coscienza del fatto che di questi tempi, per non correre rischi, è megli premunirsi di un bel set di mutande d’acciaio. Prevenire, come disse il saggio, è meglio che curare.

  2. E il sindaco, bacchettato dal ministro, si dice stupefatto.

    Ma piano con le lodi a Craxi: è, in fin dei conti, il primo responsabile dell’era che stiamo vivendo. Il primo motore (ormai) immobile dell’era berlusconiana.

  3. A costo di ripetermi ed annoiare chi mi legge: è quello che il colto e raffinato popolo italico ha fortemente voluto

  4. a proposito dell’era del trota, pare che il padre sia proprio guarito, luisa corna è tornata ad impazzare sulla rai…la nuova icona culturale della lega lanciata dal bossi senior, qui siamo…pazienza! e ci fanno pure la morale sulla prima repubblica ed il suo sforamento del debito, dimenticando che se oggi viviamo in un paese democratico è grazie a quegli uomini lì, loro cosa ci lasceranno,oltre al “risanamento” del debito? bisognerebbe girare la domanda a borghezio.
    Grazie Gery, ci fai sentire meno soli

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