Talenti da call center


Sarà l’età che avanza, ma ho lunghi periodi di distrazione dalle questioni contingenti. Ieri sera, in un raptus di lucidità, mi sono reso conto di non avervi raccontato questa breve storia.
Ho un’amica e un amico (non sono né parenti, né legati tra loro, anzi si conoscono a stento) che lavorano nei call center di compagnie telefoniche.
Lui è un pianista classico, lei è biologa molecolare.
Essendo l’Italia un paese fondato sui call center, mi pare giusto che questi apparati chiave, queste fucine dell’intelligenza nazionale, possano contare sul fecondo apporto di artisti e laureati.
Il resto, cioè le quisquilie che riguardano i ministeri, le università, la scuola, i conservatori e via raccomandando, va lasciato alle veline, alle miss, ai figli-di-qualcuno e ai tronisti.
In fondo ci sarà un motivo se la maggiore compagnia telefonica italiana, sponsor del campionato di calcio italiano (uno dei più importanti del mondo), sceglie come testimonial una modella argentina che, anche se volesse, non riuscirebbe a esprimere un concetto compiuto neanche col suggerimento di un premio Nobel.  Quelli che sanno parlare, magari perché hanno studiato, è giusto che siano impiegati al meglio. Con cuffia e microfono, dietro un’anonima scrivania, 800 euro lordi al mese e il resto si vede.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Talenti da call center”

  1. La maggiore compagnia telefonica italiana potrebbe farsi carico di utilizzare questi due talenti al meglio: che so, la biologa molecolare in un gruppo di ricerca sull’effetto delle onde elettromagnetiche sulla salute degli utenti e il pianista nella factory per la creazione di nuove musiche per la pubblicità. Ma è utopia, da noi. Piuttosto, la maggiore compagnia telefonica italiana dovrebbe sbattere fuori a calci in culo, se gli spot televisivi non fossero quelli di maggiore successo presso i telespettatori (i dati d’ascolto nella fascia 12/18 anni sono da far venire i brividi, picchi improvvisi calcolati oltre il 75%), i suoi creativi pubblicitari. Perché, caro Gery, non può passare il messaggio (vedi De Sica/Belen) che un uomo ha il diritto di dire a una donna “fatti più in là” abbrancandola con la manona sulla tetta (il compagno di classe di mia figlia dodicenne se ne sentirà autorizzato stamattina stessa); così come non può passare quello secondo il quale una donna si può impunemente far saltare in aria se la parcella del disinnescatore di tritolo è appena un po’ salata… Basta guardare questi spot per capire la soul line dell’azienda…

  2. @totò
    Non credo che nessuna compagnia telefonica pagherebbe un biologo (o un fisico, visto che stiamo parlando di onde elettromagnetiche) per fare una ricerca su eventuali danni provocati dall’uso/abuso di un telefonino, piuttosto lo pagherebbe per tenere la bocca chiusa!
    Secondo me non ci vuole una laurea per capire che tutte le apparecchiature tecnologiche che ci circondano, e non solo i telefoni cellulari, sono potenzialmente pericolose e che dovremmo limitarne l’uso, ma purtroppo la maggior parte delle persone pensa che ciò che non si vede non sia dannoso. Io inorridisco quando vedo un genitore che consente al proprio figlio che a stento parla (quindi diciamo una creatura di 1-2 anni) di portare all’orecchio un cellulare per dire gu-gu-gu alla nonna che aspetta speranzosa all’altro capo del “filo”!
    Fino a quando esisteranno persone del genere, così come esisteranno persone che si sentono smarrite se per 10 minuti perdono il segnale del telefono, o persone che provano piacere a scaricare musichine, giochini da internet in qualsiasi posto si trovino, che sentano la necessità di inviare mail dal pizzo della montagna… bè fino ad allora ci sarà sicuramente necessità di un operatore di call center che ti dica se avrai copertura sul pizzo della montagna o se il tuo telefono è in grado di ricevere una mail con un certo allegato o ti consigli quale opzione è meglio attivare per “risparmiare” un pò. Ci potrà forse essere bisogno di una biologa molecolare? Di un pianista? Non credo proprio

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