Cronaca in coma

le-comicheRiassunto breve della giornata politica italiana di ieri.
Berlusconi fa il Berlusconi e dice che in fondo il Parlamento è un inutile accessorio, come la bomboniera dei matrimoni che non serve né come portacenere né come porta-altro. Dice anche che la giustizia penale è una patologia di questo Paese, ma solo perché il suo ghost-writer ha fatto un involontario copia-incolla dai discorsi precedenti.
La Marcegaglia fa la Marcegaglia e batte cassa a nome degli industriali tutti, senza pronunciare neanche una volta la parola “precario”, che nel panorama economico attuale è molto più calzante dell’espressione “coesione sociale” (da lei eletta a emergenza nazionale). Io so cosa vuol dire “precario”, ma sulla “coesione sociale” mi fermo a pensare.
Fini fa il Fini e si erge a baluardo della democrazia difendendo il Parlamento come organo di controllo del governo. Insomma dice una cosa che sta scritta su qualunque testo scolastico e – vedi un po’ che tempi – passa per eroe. Sulla giustizia-patologia non ha il tempo di dire nulla perché impegnato a moderare un’anteprima condominiale del Festival dell’Unità a Parma.

Ah, dimenticavo. Berlusconi ha inscenato una delle sue irresistibili gag, dando della velina alla Marcegaglia. La presidente di Confindustria si è irritata, causando l’unico sussulto alla cronaca comatosa della giornata. Fini, in tal senso, non si è pronunciato perché fiaccato da un’indigestione di piadina, mortadella e vino sfuso.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

9 commenti su “Cronaca in coma”

  1. Se vince, SE vince (io sono ottimista come raccomanda Lui) è probabile che le prossime elezioni si tengano nelle piazze per alzata di mano

  2. Cosa volete da questa classe politica?Il popolo, come si dice, è sovrano.Anche se certe volte è come il re delle carte da gioco…

  3. A proposito di popolo sovrano, mi chiedo quanti di voi-noi andranno a votare alle prossime elezioni?

  4. Ma cosa vuoi che sia un popolo sovrano che da sessanta anni vota sempre per le stesse persone o per i loro succedanei ( che sono peggio dell’originale) e nelle stesse percentuali

  5. ogni anno di questi tempi, da qualche anno a questa parte, mi pongo la stessa domanda: vado o non vado? Fino ad ora alla fine sono andata ma ogni anno diventa sempre più difficile

  6. Invece ora è il momento di andare con convinzione, prima che, come dici tu FM, ci tocchi l’alzata di mano in piazza. Pensa che fortuna: abbiamo ancora la cabina tutta per noi!

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