Sms di auguri

I giorni che separano Natale da Capodanno sono una camera di decompressione per qualcosa di più pesante di pranzi e cene: gli auguri via sms.
Non sono contrario ai “messaggini”, anzi li trovo pratici. Un pensiero affettuoso in poche parole è spesso più efficace di una conversazione ammorbata da convenevoli e rinvii ad appuntamenti che, nella maggioranza dei casi, rimarranno vaghi: “Ci sentiamo la prossima settimana”… “Chiami tu o chiamo io?”… e via blaterando.
L’sms augurale è invece un concentrato di concetti, senza l’annacquamento di parole inutili. Con un semplice messaggio – azzardo, anche non personalizzato – si testimonia l’esistenza, o la sopravvivenza, del destinatario nella propria agenda telefonica, gli si dice “sei ancora nel mio elenco” nonostante il tempo, i mutati equilibri affettivi, le eventuali carognate e i cazzi propri. Selezionando “invia” si passa la palla per verificare la tenuta di una linea di amicizia, affetto o stima: starà all’altro, il destinatario, rispondere a tono, rilanciare, o ignorare benedicendo il giorno in cui ha cancellato quel numero dal suo cellulare.
Questo Natale ho ricevuto due sms che mi hanno fatto ribollire il sangue. Erano entrambi dello stesso tipo: promozionale. Un tale ha pubblicato finalmente un libro e non ha trovato di meglio che comporre un irritante slogan pubblicitario. Un altro è un consulente bancario e mi ha accomunato ai suoi clienti migliori da cui, fesso lui, si aspetta grandi cose per l’anno che verrà.
Ho eliminato i loro numeri dalla rubrica per sedare la tentazione di chiamarli e insultarli.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

17 commenti su “Sms di auguri”

  1. Un dramma. Praticamente un dramma, gli sms di auguri a Natale. Per me è esploso tra il 24 mattina e l’alba del 25 e ha toccato l’apice la Santa Notte. Una quarantina, quelli ricevuti. Alcuni personali, altri “generici”, altri con un numero soltanto, anonimi, visto che ho cancellato il nome dalla rubrica (strano) o si sarà autocancellato (assai meno strano) ché tanto più di due o trecento non ce ne entrano, coglione che non sono altro che continuo a memorizzare lettere e cifre che poi vengono inghiottite in un gorgo sconosciuto, forse con effetto slavina, chissà dove. Decido di non rispondere, quest’anno. Perché mai dovrei? Chi mi obbliga ad imporre quest’esercizio di fitness ai miei polpastrelli grassocci? Poi la mia vecchia, sana educazione cattolica – nonostante dall’età della coscienza e del’autocoscienza io ne abbia abolito gran parte degli optional – si ripresenta con quello che mai, tra gli optional, potrò rifiutare, l’unico immarcescibile, inossidabile, a presa rapida sull’anima: il SENSO DI COLPA! Ma che pezzo di merda sono se non rispondo a chi mi dimostra – anche approfittando bassamente di questa superoccasione – di volermi bene almeno un cincinino? La Santa Notte si trasforma in un incubo. Nel mio letto mi votu e m’arrivotu, immagino che i regali che ho appena scartato si siano già trasformati in cenere o in cacca, che nel presepe il Bambinello abbia le doglie alla pancia come milioni di neonati e pianga, pianga, pianga, e la Madonna di conseguenza mi guardi storto, Santa Madre, e San Giuseppe stia quasi per brandire contro di me il bastone su cui allevia la sua vecchiezza, che l’albero di Natale prenda fuoco. Ma cos’è? Nightmare before Christmas? Bastaaaaaaaa…. Così, il 25 mattina, mentre un amico pasticcere ingolfato di clienti sta incartando per me buccellati, cassate, profiteroles che devo portare in dono a chi mi ha invitato al pranzo di Natale, mi rintano nella mia auto parcheggiata in un vicolo del centro storico e comincio a rispondere. Ovviamente personalizzando, detesto l’sms valido per tutti. 55 minuti, giuro, 55, fiftyfive minutes. Dalle undici a mezzogiorno-meno-cinque. Non è umano. Mi riportano alla realtà le nocchie del garzone del mio amico pasticcere che bussano al finestrino della macchina: “Che fa? Magari glieli porto qua…?”. “No, vengo io…”, gli rispondo sconsolato attraverso il vetro chiuso notando sul suo viso tre etti di compassione (del genere “mischìnu…”). Ripongo il cellulare in tasca, faccio appena in tempo a scendere dall’auto e subito arriva il tì-tì di un sms ricevuto. Spengo il telefonino. Con gesto automatico e veloce, decisionista ma pacato, tranquillo, senza sensi di colpa. Tanto, so di sicuro che i miei tre “bimbi” dormono ancora e sto per raggiungerli e per pranzare con loro.

  2. Già, è proprio così.
    Trovo che la funzione “invia a tutti” sia davvero irritante, perchè spesso viene utilizzata quasi “d’ufficio” da gente senza fantasia, per inviare un messaggio augurale standard democraticamente a tutti gli “iscritti” nell’elenco, chi c’è, c’è e chi non c’è, non c’è (in tal caso, peggio per lui/lei!). Non parliamo, poi, del fatto che il testo dell’essemmessé non è quasi mai farina del sacco dell’inviante, ma composto di frasi trite e ritrite, impreziosito da luoghi comuni e banali, spessso anche irritanti, che inneggiano oleograficamento al bene che ci pioverà addosso nel nuovo anno. Per me, è un vero tormentone il continuo avviso sonoro (per quanto sia fantasioso, chip chip, chop chop, ding dong, ragli d’asino e nitriti di cavallini etc, più o meno condito di effetti vibratori/sussultori) annunciante l’entrata di nuovi sms con effetti psichici analoghi a quelli dell’indesiderato spamming pubblicitario.
    Non me ne frega proprio niente di ricevere messaggi standard eguali per tutti, né ho bisogno di sapere che esisto ancora nell’elenco telefonico di qualcuno che non vedo più da tempo e di cui non ricordo più nulla. Preferisco ricevere pochi messaggi “dedicati” da coloro che mi stanno più a cuore e che sono vivi nei miei pensieri.
    Ma per costoro c’è la viva voce, il vedersi di presenza, il guardarsi negli occhi.
    E non sarebbe male ritornare al tradizionale biglietto d’auguri con il testo di una breve lettera personalizzata in cui si racconta ad un interlocutore per volta di ciò è stato l’anno che sta per finire e delle speranze su quello che verrà: riesumiamo, dunque, l’arte obsoleta – e meravigliosa – del comporre lettere in tutte le circostanze della vita!!!

  3. Se gli sms di Auguri natalizi mantengono, in qualche modo, un contegno e una pacatezza che non nuoce, quelli dedicati all’ anno nuovo sono atroci!!
    “Cassandriche” previsione zuccherose e “attassigne”.
    I più audaci osano persino entrare nei tuoi pensieri più intimi nelle tue
    paure ataviche e tentare, con due paroline “imprestate” di fare la loro opera catartica. Grazie, in anticipo, risparmiatevi in quest’anno di carestia!
    A tutti loro… in culo alla balena! se il cetaceo dovesse essere in fase digestiva si consiglia la maschera antigas e prepararsi a provare l’ebrezza di sentirsi come i tappi dei “franciacorta” l’ultimo dell’anno.

  4. Ogni anno, a Pasqua, Natale, e Capodanno scambio con un mio amico tutti gli sms che ci arrivano per il premio “Sms d’oro”.
    La vittoria 2008 è andata a lui con un messaggio che ha ricevuto da una donna, temo psicolabile. Riportava una frase di Cesare Pavese che, accidenti a me, ho cancellato e quindi non posso trasferirvi.
    Ma ho conservato il primo posto della categoria sms religiosi…
    “Dio, che ti sta guardando, veglia su di te perchè a Natale veglia su chi è buono. Gesù ti aiuterà per un anno di Grazia”.

    Mi sono toccata. Non si sa mai.

  5. Ps: quanto devo aspettare per aver abilitato la parola “terga”…
    A proposito… Barzelletta: fatti tatuare su una chiappa Buon Natale e sull’altra Buon Anno, vedrò di passare per le feste.
    Questa vale l’espulsione!!

  6. @Gery: concordo con ogni parola! Messaggi: brevi ma carichi di sostanza. Graditi, poi, se digitati senza le odiatissime “k”.

    @Cinzia: Questa è una domanda che normalmente farebbe il mitico Torta o Siffredi.. non ho resistito: ma come fai a toccarti per scaramanzia?

    PS. Io tifo per la parità dei sessi!

  7. Gli sms, anche se personalizzati, sono qualcosa di freddo e distaccato. Decisamente meglio avere un contatto diretto con il tuo interlocutore. Gli auguri vanno fatti personalmente e solo a chi tieni veramente!!!

  8. Quest’anno gli sms uno strazio: ho cambiato telefonino. Quello di prima era una meraviglia, ora rischio l’artrosi. Cinzia, anch’io come cinema e sigarette vorrei sapere.

  9. Volendo, anche le donne hanno qualcosa di tondeggiante da toccarsi. Ma un bel po’ più in alto degli uomini.

  10. Più che l’sms per me poté la mail collettiva con indirizzi a vista. Cioè l’incursione di quei pervertiti (non so definirli altrimenti) che ignorando l’uso del Blind Carbon Copy ti augurano buon natale rovinandotelo dopo averti appena sputtanato l’indirizzo di mail personale. Quando mi arrivano certi pensierini gentili, alla vista del mio privatissimo indirizzo annegato in una marea di @ sconosciuti, coltivo propositi omicidi…
    ke il buon jesù vegli su di loro anke x il sicuramente felice 2009 (toccarsi).

  11. Auguro a tutti voi un anno di solitario silenzio. Miiiii che acidume scorgo tra le righe.

  12. Non c’è nulla di più silenzioso di una pagina scritta…
    Con ” in a silent way”, Miles Davis invita l’ ascoltatore a dialogare col silenzio, facendone una precisa sensazione estetica.
    Io raccolgo, ringraziando, l’augurio dell’ anonimo invitandolo all’ascolto del
    brano di M. Davis… “Shhh,/ peaceful”.
    In silenzio si crea.

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