Trascrivo alcuni rapidi appunti sulla prima serata del festival di Sanremo (vedo poca tv, ma quando lo faccio ho sempre carta e penna con me perché mi piace farmi male sino in fondo).
- Il culto del passato di cui la manifestazione si nutre ha innescato una specie di Alzheimer catodico: i continui rimandi al bel tempo canzonettistico che fu appesantiscono la struttura del programma causandone una demenza progressiva.
- Nonostante ciò, l’omaggio a Modugno e al suo “Nel blu dipinto di blu” è stato il momento migliore della serata, se non altro per l’originalità del montaggio.
- Perché Cutugno e Zarrillo (sono mie fissazioni, lo so) continuano a essere stelle della bandiera italiana che non ha né stelle né striscie? In più, Cutugno ha presentato una canzone dal testo stratosfericamente banale, con palesi difficoltà di sillabazione: un’offesa allegorica alla rima baciata, un tritato di luoghi comuni da mal di testa.
- Alcune battute di Chiambretti sono state divertenti. Il comico ha comunque il dono della leggerezza e anche quando affonda i finti denti nelle carni frollate dell’apparato ci fa perdonare (ma solo per un attimo) la stucchevolezza di un copione nel quale anche le virgole vanno declamate.
- Frankie Hi NRG si è meritato il premio “migliore delusione” della serata: da un rapper originale e dissacrante mi aspettavo almeno un’idea. Invece la canzone è orribile e il testo sembra scritto da Fabri Fibra.
Fine degli appunti.