I primi sospetti ci sono venuti quando abbiamo visto il locale, che assomigliava a una palestra, chiuso a chiave. Poi, dopo l’arrivo degli svogliati “organizzatori” (le virgolette ci vogliono), è arrivata la conferma: la palestra era proprio una palestra, la desolazione era desolazione. Così, io, lo scrittore Giacomo Cacciatore e il regista Floriano Franzetti ci siamo ritrovati a essere protagonisti di una manifestazione che non c’era. L’occasione era quella di una fantomatica Expo Libro di Catania, ospitata nei locali del Cus alla Cittadella universitaria, ideata dalla cooperativa Arcana e organizzata dalla C.A.M. La seconda delle tre giornate era dedicata al tema “Giallo, nero e mistero”. Giallo come lo schermo ad altezza siderale sul quale non sono state proiettate le due docu-fiction in programma, nero come le vetrate luride dell’improvvisata sala da convegni, mistero su come è possibile finanziare una manifestazione del genere. Perché è solo questo che mi preme dire: non so quanto sia costata questa messinscena, ma so che c’è lavoro per avvocati e magistrati. Coi soldi pubblici non si scherza: nel nostro piccolo abbiamo cenato e dormito (anche qui tra variazioni di giallo, nero e mistero) a spese di voi tutti. Tre sponsor tra tutti: Confindustria Sicilia, la Provincia di Catania e l’assessorato ai Beni culturali del Comune di Catania. Non so – né mi interessa – cosa sia accaduto negli altri due giorni di manifestazione. Mi limito a constatare che in questa presunta Expo libro non ho visto neanche un libro. C’erano solo solo sedie vuote, attrezzi ginnici accatastati, un paio di locandine scritte con un pennarello. Se qualcuno può testimoniare sui reading, sulle proiezioni e sui concerti promessi, si faccia avanti. In ogni caso la parte che ci riguardava non è mai esistita. Sponsor pubblici e privati, se lo ritengono opportuno, possono farsi restituire i soldi.