Un ministro che chiama bamboccioni quelli che, ormai prossimi ai quarant’anni, vivono per scelta coi propri genitori non mi scandalizza affatto. E se lo stesso ministro dichiara con studiato candore che pagare le tasse è bello mi scappa un sorriso, e non di scherno.
Siamo un Paese di viziati, brontoloni, moralisti e smemorati. Se qualcuno dice la verità, magari in termini un po’ alla buona, siamo pronti a indignarci. Se qualcun altro invece si traveste in doppio (triplo) petto e ci promette un milione di posti di lavoro, più impunità e meno tasse per tutti, siamo pronti a votarlo. E’ una mia perversione: pur ruminando brontolii come un cammello sahariano, ho più simpatia per la solidarietà fiscale che per i condoni.
I finti giovani che nascondono le responsabilità sotto l’ala delle anziane madri mi stanno antipatici. Pagare le tasse è giusto e, con la giusta dose di masochismo sociale, pagarle in un Paese di milionari evasori può persino essere bello. Sto diventando più buono o più rimbecillito?