Esattamente trent’anni fa mi fu data la prima, simbolica e fondamentale, lezione di giornalismo. Di quelle che non si scordano mai.
Il grande Salvo Licata mi mandò a fare il mio primo servizio per Tgs: l’acchianata di Monte Pellegrino. Dopo una notte insonne, salii sull’auto dell’emittente che ero emozionato. Davo del lei all’operatore che sì e no aveva un paio di anni più di me e tenevo in mano un taccuino che avevo acquistato apposta il pomeriggio prima. Per sicurezza avevo tre-penne-tre.
Feci tutte le interviste possibili, vestito in maniera ridicola (ero un capellone che portava pantaloni arancioni e gilet alla Arbore). Poi rientrai in redazione e Angelo Morello scandì: “Hai venti minuti per scrivere e montare il servizio”. Venti minuti. Io allora in venti minuti non scrivevo manco cinque righe. Col cuore nelle orecchie confezionai il pezzo e lo sottoposi a Salvo. Iniziava in modo scellerato: “Come ogni anno, a Monte Pellegrino…”. Salvo mi guardò dal balcone dei suoi occhiali e masticò: “Come ogni anno… e uno perché minchia se lo deve guardare un servizio che comincia così?”
Riscrissi e non dimenticai mai.